C’è poco da commentare in casa ROSSOVERDE … la stasi registrata dall’inizio del calcio mercato nella stanza dei bottoni in Via Aleardi, più che al box dell’ATAHOTEL, somiglia più ad un fermo biologico del THYRUS TERNANO che allo sviluppo di una squadra tutta da ricostruire, e depauperata dal benservito anche agli unici portacolori che hanno fedelmente onorato la maglia indossata, e che sono stati costretti, loro malgrado, a riporre nell'armadietto di un desolato spogliatoio.

Ma tant’è, questa è la realtà della TERNANA CALCIO 1925, e a farne le spese fino ad oggi è stata una tifoseria che vive giornalmente di mezze verità sul futuro societario, e si aggrappa alla speranza che la presunta trattativa per la cessione delle quote possa definitivamente trovare una conclusione (quale essa sia) al fine di capire quale potrà essere il futuro che l’aspetta alla ripresa del campionato.

Se è vero che manca ancora un mese all’inizio delle ostilità, è ancor più vero che l’amalgama di un gruppo si costruisce proprio in questo periodo, nel quale la forma fisica andrebbe ricercata secondo i dettami del medesimo preparatore atletico, e l’apprendimento tattico sviluppato nelle sedute giornaliere che scandiscono il ritiro programmato.

Credo sia dura vestire i panni di chi, come Attilio TESSER ed il suo staff, ha deciso di rimettersi in gioco pensando presumibilmente di dover solo effettuare una ricostruzione “post bellum”, e ritrovarsi dopo ben due settimane di lavoro con circa mezza squadra ancora da allestire per avere un “undici” almeno accettabile da schierare in campo.

Sono state lasciate libere di perseguire il proprio destino ex FERE che avrebbero fatto molto comodo all’assetto della futura squadra (e cito su tutti quel Gianluca LITTERI al quale una matricola di grandi ambizioni non ha perso tempo nel fargli sottoscrivere un contratto) per poi mettere in onda le solite note del medesimo disco rotto sulle onde dei media nazionali, circa presunte trattative in corso per l’acquisizione di nomi altisonanti.

Ma quest’anno c’è il “Salary Cap” da rispettare in casa ROSSOVERDE, e se per certi versi questa “americanata italianizzata” può trovarmi d’accordo nel principio, qualcuno dovrà pur spiegare al gruppo dei distratti del quale faccio parte, le dinamiche che hanno permesso ad una società della medesima serie di fallire lo scorso anno con un debito che definire cospicuo somiglia più ad una battuta esilarante che all’amara realtà.

Leggendo notizie su operazioni di mercato già concluse da una buona parte delle altre 20 sorelle della serie cadetta, mi sorge spontaneo il dubbio che molte di loro bypassino lecitamente la normativa e non tengano conto della riduzione dei contributi … riescano ad intavolare e portare a termine trattative con innate capacità imbonitrici … o abbiano dei buoni uffici con società importanti che gli consentano l’acquisizione delle prestazioni di buoni calciatori ad importi sotto la soglia da non oltrepassare!

Ad oggi l’assetto della squadra doveva già essere definito, e si doveva solo pensare alle seconde linee o al colpo di mercato per l’eventuale salto di qualità, ma il Mister prosegue il proprio lavoro in quel di Norcia affiancando ai presunti titolari un buon numero di volenterosi ragazzi in organico alla formazione Primavera. E non è tutto!

Strane voci si intensificano nell’etere … voci che il sottoscritto immaginò negli incubi notturni del tifoso oltre un mese fa, ovvero all’indomani del riscatto programmato del “gioiello di famiglia”.

Credo che nessuno voglia neanche immaginare l’eventualità di una cessione del genere, perché privarsi dell’unica certezza in organico in un momento come questo, sarebbe come vedersi sentenziare una condanna alla fustigazione da espiare in nove lunghi mesi e suddivisa in 40 sedute settimanali con un turno di tregua, o forse, come sarebbe più logico, in 42 senza sosta per cause di forza maggiore!

Ma questo è un altro discorso … un problema tanto semplice da risolvere per la logica dei semplici, quanto complicato per quella dei complicati.