50 sfumature di Bojinov: “Mi voleva il Parma, ho detto no per la Ternana! Corvino, riprendimi”
"Ho 29 anni, non sono finito". L'orgoglio prima di tutto. Questo è il credo di Valeri Bojinov, talento da vendere spesso sperperato tra infortuni e occasioni perse. Dal Lecce alla Fiorentina, dalla Juventus al Parma, dal Manchester City allo Sporting Lisbona. Il giro del mondo a suon di colpi da fenomeno, troppe pause di discontinuità e la voglia di rinascere. Con la Ternana che gli ha dato un'occasione e lui che ha riconquistato la Bulgaria, due anni dopo è arrivata la chiamata della nazionale che sfiderà l'Italia di Antonio Conte. Un altro traguardo centrato nella carriera dell'immortale Valeri, che si racconta a 360 gradi in esclusiva ai microfoni di Calciomercato.com.
Bojinov, torna in nazionale due anni dopo e si trova subito di fronte l'Italia. Come se la aspetta?
"Credo sia destino, non può essere casuale. Torno a vestire la maglia Bulgaria e mi ritrovo l'Italia… sarà una Nazionale che rispecchia il suo allenatore: solida, aggressiva, affamata. Nei tre anni della Juventus, Antonio Conte ha costruito una squadra con queste caratteristiche, così sarà la sua Nazionale. Non è tutto merito suo, chiaro; ma trasmette la sua grinta e la sua voglia. Non è un caso se ha vinto tre scudetti e ha iniziato un buon ciclo anche con l'Italia".
E invece, la sua Bulgaria che avversario sarà?
"Noi ce la giochiamo, senza timore né paura. Avremo rispetto per l'Italia, naturalmente; ma giochiamo a Sofia, in uno stadio pieno con il sostegno della nostra gente. Io sono fiducioso perché siamo giovani, sì, ma abbiamo la fame e la voglia di dimostrare che possiamo battere una Nazionale fortissima come l'Italia. Sarebbe un onore e una soddisfazione per me. Non pensate che voglia fare tutto io, mica siamo il Real Madrid o il Barça con un fenomeno che risolve le partite: bisogna aiutarsi, siamo un gruppo e dobbiamo combattere. Ai miei compagni ho detto di crederci perché nulla è impossibile. E poi i tre punti ci servono…".
Avrai di fronte Antonio Conte, un figlio di Lecce. Città che per lei vuol dire tanto…
"Nella vita le cose non accadono per caso. Trovarmi di fronte un allenatore di Lecce come Conte è un segno del destino. In quella città sono diventato Bojinov, lì hanno creduto in me a livello umano e tecnico. Ho tantissimi amici leccesi, quattro saranno presenti allo stadio per vedermi contro l'Italia, questo rende l'idea. Per quanto riguarda Conte, ho una stima enorme: ci ho giocato contro e mi è capitato di incrociarlo anche come allenatore. Semplicemente, è un numero uno anche perché alla Juventus ha fatto cose sensazionali. Gli auguro il massimo, ma dopo la gara contro la mia Bulgaria (ride, ndr)".
In Nazionale è il momento di tanti volti nuovi: su chi punta Bojinov?
"Credere nel nuovo ciclo è sacrosanto, giustissimo. Verratti, Zaza e Immobile sono il futuro dell'Italia, dico anche Lorenzo Insigne che nonostante un infortunio secondo me ha tanta qualità. Se sapranno coccolare e gestire questi talenti, puntando su di loro, la vostra Nazionale potrà arrivare lontano. E poi non dimentichiamo la vecchia guardia: a me Marchisio piace tanto, è fortissimo. Ce n'è uno con cui ho un intreccio particolare".
Ovvero?
"Antonio Candreva. Ci ho giocato insieme al Parma, sembrava un giocatore normale, come tanti altri. Poi è andato alla Lazio e si è trasformato. Sono felice di averci giocato insieme, rivederlo insieme e ritrovarlo da protagonista sarà molto bello. Abbiamo sempre avuto un bellissimo rapporto".
A proposito di compagni del passato: cosa darebbe per far gol a Buffon?
"Sarebbe il massimo soprattutto per il mio Paese. A Gigi ho già fatto gol in allenamento, ma anche in partita ufficiale con la maglia della Fiorentina. Far gioire la mia gente, tutta la Bulgaria, sarebbe un regalo enorme specialmente contro l'Italia e contro un portiere come Buffon".
Qui si discute tanto della questione oriundi, con Eder e Vazquez convocati: cosa ne pensa?
"Ho grande rispetto per tutti, innanzitutto. Ma ho un'idea chiara: se ci sono italiani che meritano la Nazionale, perché non chiamare loro? Non penso che in Brasile pensino di convocare un italiano o magari un bulgaro, visto che nella mia Bulgaria spesso è capitato il contrario. Non è una questione personale. E poi gente come Vazquez o Eder farà sicuramente benissimo".
Bojinov è tornato in Italia quest'anno: come ha (ri)trovato il nostro calcio? Il caso Parma è una cartolina purtroppo esplicativa..
"Vedere queste cose mi fa veramente male. Credetemi, fa davvero male. Mi sento bulgaro ma la mia seconda casa è l'Italia. E la vedo calcisticamente ridotta in modo pessimo: gli stadi sono deserti, le persone non hanno più voglia di amare il calcio. Tranne la Juventus che riempie quasi ogni domenica lo stadio il resto è in crisi totale. Le strutture e il sistema non funzionano, mica come in Inghilterra o in Germania. Ma noi giocatori non abbiamo la bacchetta magica, a me dispiace perché vedere l'Italia – un Paese che amo – ridotta così è davvero bruttissimo".
Nel Parma lei ci ha giocato per due anni. Si aspettava un disastro del genere dietro le quinte della gestione Ghirardi?
"Sono rimasto ferito da quello che è successo. Non mi aspettavo mai nella vita una situazione del genere al Parma, quando c'ero io le cose sembravano assolutamente a posto. Anzi, vi svelo un retroscena".
Prego.
"Prima di firmare con la Ternana, nell'estate scorsa, mi ha chiamato il direttore Pietro Leonardi con cui ho un rapporto fantastico da diversi anni. Era la stessa sera in cui mi hanno cercato da Terni. Leonardi voleva che tornassi al Parma poi non si è fatto più nulla: avevo già dato la mia parola alla Ternana pur di tornare in Italia, non volevo fare un doppio gioco. Ma forse Dio mi ha aiutato in questa scelta visto il putiferio che è scoppiato a Parma, una città e una piazza a cui sono legato. Vederli in questo stato mi dispiace davvero tanto".
Passiamo ai ricordi belli: ha vinto un campionato di Serie B con la Juventus, oggi i bianconeri sognano con la cavalcata in Champions. Ma possono arrivare in fondo?
"Non sputerò mai sul mio passato, giocare alla Juventus per me è stato qualcosa di fantastico con tanti campioni. E perché non si può pensare che possa arrivare in fondo, in Champions League? Me lo auguro e soprattutto niente è impossibile. La Juve ha un gruppo fortissimo, campioni fantastici come Buffon, Chiellini, Pogba oltre a Tévez che è un campione vero. Per me può raggiungere la finale e giocarsela, non sarà facile ma con un po' di fortuna perché non crederci. E voglio fare anche i complimenti alla Fiorentina, viaggia a ritmi fantastici, Firenze lo merita".
E lei, Bojinov, ha ritrovato il calcio italiano poi la sua Bulgaria. Prossimo obiettivo, Serie A?
"Spero che qualcuno possa credere in me. Sono un ragazzo umile, ho sempre lavorato e dato l'anima. Mi auguro che in Serie A qualche club possa darmi un'occasione: ho voglia, fame, sto bene fisicamente. E in Serie B mi trovo meno bene, c'è tanta aggressività e una qualità diversa. Ora voglio salvare la Ternana, prima di tutto; poi, spero davvero di poter ritrovare la Serie A perché ho una voglia pazza di rilanciarmi".
Se il Bologna americano dovesse essere promosso, magari ci fa un pensierino un certo Corvino…
"Magari! Sarebbe bello se il direttore potesse darmi un'opportunità in una piazza come Bologna. In passato abbiamo avuto qualche piccolo problema ma è acqua passata: a Corvino posso solo dire grazie, gli devo tantissimo. Mi ha portato in Italia, ha creduto in me lanciando Bojinov come ha fatto con Ledesma, Vucinic e tantissimi altri talenti a Lecce. Se Corvino volesse darmi questa chance sarebbe fantastico. Io intanto lavoro per tornare in Serie A dopo aver raggiunto la nazionale. Ho 29 anni, non sono così vecchio e penso di meritarmelo. Intanto, spero di battere l'Italia…".