Ecco come si ferma l’emorragia

Non è certo un momento facile, e questo è evidente. I 3 punti nelle sei partite in casa sono una miseria. Non sono ammissibili. Ma per fortuna non ci sembra che nello staff o nello spogliatoio si viva in preda all’isteria. Le analisi fatte a mente calda prima e a bocce ferme sono ragionevoli. Questa Ternana ha dei limiti: lo spogliatoio ne è cosciente e anche Tesser. E questo è un ottimo punto di partenza. Conoscere i propri limiti è il primo passo per migliorarsi.

Gli errori pesano – Non conta se si fanno in attacco o in difesa, ma sono fondamentali dappertutto. Se uno sbaglio fatto in difesa porta a un gol subito (o in alcuni casi anche all’espulsione oltre che al gol di svantaggio) uno sbaglio dall’altra parte del campo cambia lo stesso la partita. Andare in vantaggio, soprattutto in B, assume un valore particolare. Soprattutto in una squadra che fa fatica a rimontare. La Ternana crea occasioni da gol: ma poi bisogna sfruttarle. Sarebbe stato molto peggio se le occasioni non fossero arrivate. Invece ci sono: ora bisogna trovare il modo di sfruttarle. Ceravolo, Bojinov, Avenatti, Falletti e Diop non sono killer nell’area di rigore. Ma la percentuale realizzativa deve salire.

I calci piazzati – lo scorso anno, all’inizio dell’avventura di Tesser, la Ternana segnava molto su calcio piazzato. Quest’anno no. Al tiro ci arriva, ma la precisione non c’è. E la stessa cosa succede in difesa: l’emblema è la partita contro il Trapani quando i due difensori centrali siciliani sono arrivati vicinissimi al gol due volte prima di realizzarlo. E di sicuro Tesser su questo tipo di particolari ci lavora eccome

Il sistema di gioco – a lungo abbiamo parlato del trequartista e dell’interpretazione del ruolo secondo Tesser. A seconda della composizione del centrocampo e dell’avversario ha deciso chi far giocare fra Falletti e Eramo. Non esiste soltanto questo modulo (e infatti Tesser ci sta lavorando da tempo). Ora l’infortunio dell’ex Crotone (unito a quello di Piredda) spingerà la Ternana a cambiare qualcosa. Magari non da Chiavari. Ma con un unico intento: mettere in difficoltà l’avversario sfruttando al meglio le capacità della rosa. I moduli? 4-3-3, 4-4-2, 3-5-2. Quelli provati in allenamento insomma.