Troppe individualità, poca fortuna e… pessimi arbitri. Ternana, niente drammi

Un passo indietro. E non solo per il risultato.

Il Liberati torna ad assere ancora terra di conquista e questo non può che far innervosire i tifosi, che si erano abituati da un mese e mezzo a una Ternana imbattibile e imbattuta. E nel calderone della rabbia ci sono anche le decisioni arbitrali che anche in questa partita sono state discutibili. Almeno discutibili, ma ne parliamo a parte, perché meritano un approfondimento e non devono MAI diventare un alibi.

Intendiamoci: la Ternana non avrebbe meritato di perdere e sicuramente ha costruito più palle gol del Lanciano. Su questo non c'è dubbio. Basta andarsi a riguardare la partita. Il problema è che sembrano essere state più azioni estemporanee, più numeri individuali da parte dei giocatori rossoverdi, piuttosto che frutto di una giocata di squadra. Avenatti e Bojinov sia nel primo che nel secondo tempo hanno messo paura a Nicolas. Esattamente come Viola. Ma non si è vista la Ternana arrembante che avevamo ammirato sia contro il Catania che contro il Frosinone.

Vanno fatti i complimenti al Lanciano, certo. Giocarci contro non è affatto facile, e soprattutto non mollano mai. Era esattamente quello che si diceva della Ternana. Era una sfida fra squadre simili, e nessuna delle due ha brillato. Ha vinto quella che ha sfruttato al meglio le occasioni. Sì, ci vuole anche fortuna. Ma bisogna sapersela cercare e obiettivamente, visto quello che avevamo visto nelle scorse partite, questa Ternana sa fare di più.

Nessun dramma, ci mancherebbe. E nessuno deve pensare che la strada che ora Ternana aveva intrapreso fosse sbagliata alla luce di questo risultato. Un risultato negativo (sebbene in casa la continuità non c'è mai stata) ci può stare. L'importante è non perdere mentalità e concentrazione: altrimenti il passo indietro sarebbe ancora più grave.

L'unica notizia positiva dunque è il ritorno di Salif al calcio. 70 minuti con la Primavera. E il nostro lunghissimo applauso va tutto a lui, alla sua voglia di tornare, alla capcaità di non mollare mai. Di lui e del suo angelo custode, Edoardo Renosto. Una vittoria di entrambi: ora Salif lo aspettiamo al Liberati…