Ternana-Vicenza, le cinque lezioni della partita di ieri
La pioggia battente della giornata di ieri ha accompagnato la Ternana verso l'ennesima debacle casalinga, in un match gestito, per larga parte, dalla formazione ospite. Ecco 5 cose che tutti abbiamo imparato da Ternana-Vicenza:
1 – Ancora una volta, le Fere mancano l'appuntamento col salto di qualità.
E stavolta il treno era di quelli che passano una volta sola: con il miglior avvio del girone di ritorno immaginabile ed entrambi i piedi sul perimetro dei playoff, la Ternana si scioglie sotto la luce dei riflettori e delude all'ennesimo banco di prova importante del suo campionato. Una grande occasione buttata, a testimonianza di un processo di maturazione di questa squadra ancora in corso. Basti guardare dov'è ora il Vicenza.
2 – Dopo il ritorno della "Ternana formato-trasferta", torna anche la versione casalinga.
Peccato che le due facce della medaglia rossoverde siano, tra di loro, completamente antitetiche. Troppo belle due vittorie di fila al Liberati, per continuare il trend con una terza e magari spianare la strada verso la quarta: sabato si è rivista la formazione che, come sottolineato da Tesser, "soffre tremendamente quando deve fare la partita e, per sue caratteristiche, preferisce giocare di rimessa". 13 punti in 12 partite, frutto di 3 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte, con 9 reti all'attivo e 15 al passivo: ultimo posto nella graduatoria per le partite in casa e quasi la metà (la metà!) delle sfide al Liberati perse. Ora la priorità assoluta è evitare la seconda doppietta consecutiva di sconfitte in casa, dopo quella con Livorno e Trapani registrata nel girone di andata: un KO anche contro il Brescia sarebbe un colpo durissimo al morale della tifoseria.
3– Se manca Felipe, la Ternana non gira.
Lezione già assimilata nel girone d'andata, dove il periodo di flessione di risultati dei rossoverdi era coinciso, in larga parte, con le giornate di assenza di Avenatti: troppo importante la presenza fisica di un giocatore statuario e dai piedi d'oro come il puntero uruguaiano, che riesce a dare consistenza al reparto offensivo della Ternana anche, e soprattutto, nelle partite in cui (come quella contro il Vicenza) si soffre tanto, per diversi motivi. Ave è il faro dell'attacco e la sua assenza, in determinate occasioni, rende il pacchetto avanzato della Ternana piuttosto inoffensivo.
4 – O bianco, o nero: la Ternana non sa più pareggiare.
Nella settimana di Brignoli alla Juve, la metafora sui colori della Vecchia Signora prevale sull'altrettanto valido semaforo rosso e verde. La sostanza è che la Ternana, da ben dieci turni, non conosce più vie di mezzo: la posta in palio non viene più spartita con un avversario da oltre due mesi, ovvero dal derby di Perugia (2-2) del 22 novembre. E se è vero che una vittoria vale tre pareggi, a volte anche la capacità di saper "mediare" porta punti pesanti per il computo finale. Col Vicenza, ad esempio, una lunghezza in più in classifica sarebbe andata più che bene.
5 – Dugandzic ha bisogno di tempo.
Questo fatto, contro il Vicenza, è parso piuttosto evidente, visto che l'attaccante croato ha toccato il suo primo pallone al 34' del secondo tempo, ben 23 (ventitre!) minuti dopo il suo ingresso in campo, peraltro sprecandolo. Tempo al tempo.