Cozzella tra i grandi accusati. E se si retrocede c’è un nodo Longarini

La crisi della Ternana tira fuori tante dita puntate contro i protagonisti di un momento nerissimo. Non si è tirato indietro il presidente Francesco Zadotti, accusato di essere poco presente e soprattutto a sostegno di una proprietà che investe sempre meno nella Ternana. Lui stesso ha fatto mea culpa, senza però risparmiare stoccate al ds Vittorio Cozzella: "Le responsabilità sono mie prima di tutto, perchè ho scelto allenatore e ds. Poi del direttore sportivo, che mi ha assicurato che la squadra era giusta per un campionato tranquillo e via via di tutti gli altri: si vince e si perde tutti insieme".

Ebbene sì, Cozzella accusato perché poco presente e soprattutto non operativo adeguatamente in un mercato impostato male in inverno dove hanno deluso i due nuovi acquisti balcanici, Milinkovic e Dugandzic. Il tutto dopo un'estate di stenti e operazioni contabili sulla punta delle dita. Tante colpe al ds, quindi. Ma la proprietà? Da lì dovevano arrivare i soldi che Edoardo Longarini non vuol più investire nella Ternana. E qui si chiude il cerchio delle colpe, oltre a quelle naturalmente assegnabili sul campo – ma in misura minore – ad Attilio Tesser e ai suoi giocatori. Perché se la Ternana dovesse (speriamo di no!) retrocedere in Lega Pro, si completerebbe un disastro totale per Longarini.

Oltre al danno sportivo, non commensurabile per una piazza come Terni, ci sarebbe quello economico per una società messa pubblicamente in vendita e a quel punto sommersa da una situazione tecnica complessa. Ci sarebbe da costruire la squadra, senza aver più l'appeal della Serie B per potenziali compratori. Insomma, tra colpe e colpevoli occhio perché il patatrac va evitato su ogni fronte. Per la città, per la squadra, per la categoria e per la speranza di una nuova proprietà più presente e vogliosa di Ternana.