Salvezza straordinaria, se si cambia in società. Altrimenti, la solita agonia
Nella prima esperienza in serie B la Ternana si salvò all’ultima giornata, l’anno scorso alla penultima, quest’anno battendo sabato la Pro Vercelli potrebbe togliersi il dente con due giornate d’anticipo. Sarebbe la sintesi di un lento miglioramento ma, soprattutto, la consacrazione nel campionato cadetto che per una città come Terni è senza dubbio il sogno massimo realizzabile. Ma per restarci senza troppi patemi sarà indispensabile, una volta sistemata la faccenda, che la società faccia scelte chiare e definitive. Intanto decidendo se passare la mano oppure restare in sella. Nel primo caso toccherà ai nuovi impostare un programma finalmente compiuto, che abbia una scadenza temporale e riferimenti certi. Insomma che non sia ballerino e cambi al primo refolo di vento com’è successo in passato. Dovesse restare invece Longarini sarebbe auspicabile che il Patron riprendesse a sostenere la squadra non soltanto con investimenti, comunque indispensabili, ma con un po’ di quella passione che ha speso negli anni passati. Perché come dimostrano Carpi e Frosinone per vincere conta il manico. E il manico vero è quello che sta dietro la scrivania, che investe capitali ma che sa pure scegliere le persone giuste inserendole in un organigramma finalmente completo, capace di far fronte alle esigenze di una squadra professionistica. Di una delle 42 più importanti d’Italia. Se la Ternana finalmente riuscirà a fare tutto questo la salvezza che tutti ci auguriamo giunga già sabato sera avrà un valore straordinario. Altrimenti non potrà fare altro che garantire un altro anno di serie B fatto di illusioni, speranze, arrabbiature e tanta confusione. Insomma, la prima mossa tocca a Tesser e ai suoi l’altra a Longarini. E se i primi non dovessero fare centro sarebbe davvero un dramma perché non ci sarebbero né compratori né un ritorno di fiamma di Longarini ma, più verosimilmente, sarebbe l’inizio di una lunga agonia.