Ternana: è finita l’era “Capozucca bis”
Due stagioni alla prima esperienza nella Ternana, una soltanto alla seconda. Dopo neanche 12 mesi si è chiuso il Capozucca bis. L’esperto direttore sportivo aveva fortemente voluto (e accettato) una sfida difficile, quando è rientrato a Terni. Il progetto era ambizioso e molto rischioso: abbattere in rapidissimo tempo i costi della gestione Bandecchi e rendere la Ternana giovane, vincente e sostenibile: insomma una vera e propria rivoluzione rispetto alla gestione precedente. Una sfida tosta, ai limiti della praticabilità, accettata con entusiasmo e probabilmente anche con incoscienza.
E così, arrivato a stagione abbondantemente iniziata e con un allenatore già operativo (Cristiano Lucarelli, con cui non aveva mai lavorato ma con il quale si era costruito già un buon feeling) si è messo in moto.
Gli era stato chiesto di prendere giovani. E tanti giovani sono arrivati. In prestito, per carità, ma certamente quei pezzi non potevano essere acquistati. La Ternana ha certamente abbassato l’età media, e già nella prima finestra di mercato aveva cambiato decisamente pagina. Anche a costo di pagare tante buoneuscite: ma l’obiettivo era sottolineare il nuovo corso, di comune accordo con l’allenatore.
E i ragazzi sono sempre stati il punto centrale di questo nuovo corso. A Terni hanno avuto modo di giocare e di mettersi in mostra. A Terni hanno trovato un ambiente che ha creduto in loro e che nel corso della stagione gli ha dato fiducia.
Dal blocco Fiorentina Favasuli, Distefano e Lucchesi poi raggiunti a gennaio di Dalle Mura e Amatucci. Dal Bologna è arrivato Raimondo che con i 9 gol segnati alla prima stagione tra i professionisti a 19 anni ha acceso su di sé i riflettori del calcio italiano tanto da guadagnarsi la maglia dell’Under 21. Giovani di valore, la gran parte alla prima esperienza tra i “Pro” ai quali il diesse ha messo vicino gente più esperta nella speranza che il mix potesse essere quello giusto per centrare l’obiettivo finale. Luperini, Casasola prima, Pereiro dopo il loro l’hanno fatto al pari degli altri. Alla fine tutto questo non è bastato.
Nonostante la buonissima pesca, nonostante le tantissime operazioni (anche le cessioni di gennaio sono state importanti) la Ternana ha cambiato pelle ma non ha retto l’urto. Per pochissimo. Ma ha perso la categoria. In pochi hanno indicato nella direzione sportiva la causa.
Resta la consapevolezza che Capozucca a Terni si è rimesso in gioco per la seconda volta e dopo la retrocessione aveva accettato di farlo una volta in più. Senza risparmiarsi neanche un secondo. Senza timori, nemmeno quelli legati ad una categoria, la C che aveva fatto l’ultima volta oltre 20 anni fa prima di firmare con la Ternana di Agarini.