Caro Longarini, adesso ci metta la faccia. Per spiegare

Caro Longarini, adesso ci metta la faccia. Per spiegare

Una settimana dopo l’ultimatum di Simone Longarini, dopo la sconfitta con il Modena, la Ternana ha sempre un punto ed è sempre ultima in classifica. In compenso ha rimediato altre due sconfitte pesanti, ha perso un allenatore dimissionario, si ritrova senza uno staff tecnico e a Salerno è andata a giocare con in panchina il tecnico della Primavera che con la prima squadra aveva condotto un paio di allenamento. Se quelle parole, pronunciate a caldo dopo la trasferta di Modena, dovevano servire a dare una scossa alla squadra, non possiamo negare siano servite. Per negare che quella scossa sia stato un terremoto devastante che ha lasciato sul campo solo macerie serve o malafede o cecità.

Di calcio si può non capire, specie se non si è esperti e non si conosce a sufficienza un mondo che ha la sua grammatica, le sue regole non scritte, i suoi equilibri e le sue idiosincrasie. Specie, soprattutto, se ci affida a consiglieri che hanno già ampiamente dimostrato di non avere né capacità, né carisma né umiltà sufficienti per ammettere i propri errori, imparare dai (ripetuti e imperdonabili) fallimenti e provare a non commetterne altri. Quello che è inaccettabile in un amministratore, che si occupi di una società di calcio o di un condominio non fa differenza, è la mancanza di programmazione, di visione e di strategia. L’improvvisazione eletta a regola. Ed è questo che non possiamo perdonare a Simone Longarini: aver di fatto “sfiduciato” Mimmo Toscano costringendolo alle dimissioni senza aver già in mano il suo sostituto; aver lasciato nel limbo una squadra già allo sbando costringendola così ad affrontare la trasferta di Salerno senza una guida vera, abbandonata in balia degli eventi, frastornata e per questo ancora più fragile.

Ad una settimana da quell’infelice comunicato e passati lunghissimi giorni dall’addio di Toscano, Longarini si è eclissato. Non una parola sulle dimissioni, non una replica sulle accuse del tecnico calabrese, non una rassicurazione alla città e ai tifosi sul futuro allenatore, non una sillaba di spiegazione sul ritardo della sua nomina. Da chi era stato tanto loquace quando era il momento di criticare, era lecito aspettarsi qualcosa in più di un silenzio più imbarazzante che imbarazzato. Da chi aveva detto di volerci mettere la faccia, i tifosi hanno il diritto di pretendere ben altra presenza che non comunicati seguiti poi da silenzi quando squadra, città e tifoseria attenderebbero un seppur minimo segnale.

Non è così che si tutela una squadra, non è così che ci si confronta con una tifoseria. E vogliamo dirlo all’amministratore Longarini proprio ora che i segnali di una certa restaurazione (di personaggi ben noti, di usi purtroppo conosciuti e di tempi tutt’altro che felici sia dal punto di vista sportivo che da quello della civile convivenza) si fanno ogni giorno più preoccupanti riportando alla mente stagioni di tensioni, di guerre striscianti, di silenzi e scelte senza alcuna ragione logica. E di retrocessioni, purtroppo.

Per questo, sapendo che mercoledì Simone Longarini parlerà pubblicamente in una tardiva conferenza stampa, ci permettiamo qualche modesto consiglio. Spieghi pubblicamente come sono andate le cose con Mimmo Toscano, spieghi perché un allenatore tanto voluto dalla proprietà è stato di fatto dimissionato in appena un mese. Si prenda la responsabilità, tutta la responsabilità, di un mercato iniziato in ritardo dopo settimane di niente e si assuma, al tempo stesso, l’onere di ammettere che questo terribile inizio di campionato è figlio proprio dei ritardi accumulati ad inizio estate quando tutte le squadre avevano già scelto un allenatore e iniziato a comporre le proprie rose mentre la Ternana non aveva ancora una dirigenza, un allenatore, un direttore sportivo con pieni poteri e una rosa di giocatori neanche lontanamente completa. Spieghi com’è possibile che nonostante le dimissioni di Toscano tutto siano state tranne che un fulmine a ciel sereno (del resto lei stesso minacciava provvedimenti già da giorni) la società non aveva ancora individuato il suo sostituto. Spieghi perché, a quanto ci risulta, ai contatti avviati dal direttore sportivo Acri non ha poi fatto seguire il via libera della proprietà. Spieghi chi e per conto di chi si è mosso, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti, parallelamente alle trattative intavolate da Guglielmo Acri.

Ad oggi, ad oltre una settimana dal suo comunicato con l’ultimatum e la sfiducia a Toscano, la Ternana non ha un allenatore, ha perso due partite in più ed è ancora ultima in classifica. Se la bontà delle azioni di un amministratore si misura dai risultati delle stesse, allora forse non le resta altro che ammettere di aver commesso un errore.