Ecco Breda. E ora aspettiamo Longarini…
Adesso la Ternana ha un allenatore: Roberto Breda. Uno che conosce la categoria. C’è stato dentro con squadre diverse facendo discretamente bene in piazze calde (Reggio Calabria, Salerno, Latina) inciampando qualche volta e sfiorando successi che non ha ancora ottenuto. Ce la farà con la Ternana? C’è d’augurarglielo e d’augurarselo. Ma è chiaro a tutti che la situazione è tutt’altro che positiva. Le dimissioni di Toscano, di fatto sfiduciato, da chi lo aveva fortemente voluto, dopo un solo mese di campionato, hanno messo in un angolo la società, l’amministratore unico, il patron. Insomma, i vertici di una Ternana che si è già giocata il jolly dopo solo cinque delle 42 mani di carte in programma. Se l’è giocato male perché ha voluto forzare la giocata e alla fine è rimasta con in mano un gioco tutt’altro che vincente.
Il gioco d’anticipo di Toscano avrebbe dovuto generare una scelta immediata e importante, ancor più di Breda. Invece l’ex allenatore del Latina è arrivato dopo che la squadra ha perso ancora una partita e quelle poche certezze che il difficile lavoro di Toscano le aveva regalato.
Stagione che si sapeva sarebbe stata in salita lo è diventata ancora di più per qualche uscita improvvida del suo amministratore che consideriamo persona intelligente e per questo ben consapevole delle parole spese sul sito del club per attaccare il suo allenatore, delegittimarlo di fronte alla squadra, metterlo in un angolo. Angolo dal quale Toscano è uscito con la mossa inaspettata delle dimissioni, lasciando la scomoda posizione al suo ex amministratore che domani tornerà in città per una conferenza stampa convocata prima ancora di scegliere l’allenatore. Racconterà le proprie verità? E’ auspicabile. Ma insieme sarebbe interessante capire il perché della rivoluzione portata a compimento (ma è finita?), del costante smentire nei fatti le affermazioni, le conferme, le nomine del giorno prima. Dal presidente (due) al diesse dal team manager, all’addetto all’arbitro e via via fino alle dimissioni di Toscano passando per i cambiamenti altrettanto radicali proposti nel settore giovanile. La rivoluzione portata a compimento da Simone Longarini che in tutto questo ci ha sicuramente messo la faccia, adesso è attesa alla verifica dei fatti. Risultati, partite da giocare e da vincere. Avrà un peso determinante il comportamento della squadra ma, senza fornire alibi, non si può negare che Vitale e soci sono stati messi nelle condizioni peggiori per esprimere il proprio valore. La confusione, le tensioni che hanno spaccato anche la tifoseria, divisa tra pro e contro Toscano, tra pro e contro Longarini, non agevolano la fase di assemblaggio del gruppo. Perché forse ai più è sfuggito un aspetto. Come ha detto Breda, c’è da lavorare per fare di un buon gruppo una buona squadra. Accreditandola di potenzialità esagerate non l’aiuta. Affondare nel populismo più scontato con affermazioni da bar dello sport non è il modo migliore per farla rendere al meglio. Il calcio è programmazione, bilanci sani ma anche conoscenza di uomini e di calciatori, di gestione fatta pure di rapporti umani quantomeno cordiali, sereni senza peraltro dimenticare ruoli e competenze di ognuno. Questa prima parte della stagione nella Ternana ha proposto un po’ di tutto. Poco di quanto sarebbe stato necessario per evitarsi un avvio tanto difficile. Il peggiore da quando la squadra è tornata in serie B. Ma non per questo è necessario pensare al peggio. Con l’impegno ed il buon senso le prossime 37 partite saranno sufficienti per rimettere in sesto la stagione che, detto fuori dai denti, siamo propensi a considerare positiva solo portasse in dote un’altra salvezza. La base indispensabile per ricominciare. Per ora i sogni è meglio tenerli ben chiusi nel cassetto.