RassegnaStampa – Messaggero – Ranucci e il Liberati: “Il campo non sia un alibi”
Con il campionato fermo e i calciatori in vacanza, il presidente della Ternana Stefano Ranucci interviene con garbo ma con altrettanta fermezza per affermare un concetto: «Nessuno pensi che la squadra abbia perso qualche partita per colpa del terreno di gioco. Della serie, guai a costruire un alibi qualora non arrivasse la promozione. Vale per allenatore e calciatori, ma anche per tifosi e addetti ai lavori. Un'esternazione per costruire. «Non vorrei che si montasse un caso su questo argomento asserisce Ranucci- siamo consapevoli che il terreno di gioco necessiti di un intervento radicale. Da quando siamo arrivati non abbiamo fatto altro che metterci toppe. Anche oggi (ieri per chi legge Ndr), abbiamo mandato degli esperti ad effettuare un sopralluogo per capire come e dove intervenire visto la stagione. E' chiaro che con queste condizioni metereologiche poco si può fare e sarà necessario aspettare primavera». Per onestà intellettuale la proprietà Bandecchi in questo anno e mezzo ha investito parecchio rispetto al tentativo di garantire l'ordinaria amministrazione. Magari le stesse risorse potevano essere programmate per un intervento più strutturale? «Non a caso stiamo chiedendo a gran voce di poter acquistare lo stadio. Fino ad ora abbiamo speso un sacco di soldi per mettere una toppa. La nostra volontà di andare avanti l'abbiamo dimostrata anche con l'antistadio Giorgio Taddei dove siamo riusciti a disporre di un terreno che sarà congeniale al lavoro della squadra». Ma Ranucci ribadisce un concetto, soprattutto in questa fase dove il direttore sportivo Luca Leone dovrà da una parte gestire il calciomercato, dall'altra tessere la ragnatela di rapporti tra società staff tecnico e calciatori: «Come presidente vorrei evitare che passasse un messaggio sbagliato. Da quello che ho potuto vedere in questo girone di andata, ci sono terreni di gioco sicuramente migliori, ma altri che sono pure peggiori del Liberati. Ecco non vorrei che qualcuno affidasse la responsabilità di qualche mancata vittoria proprio al campo. Siamo consapevoli che bisogna lavorare nelle migliori condizioni, curando tutti i dettagli ma guai al rischio di costruirsi qualche alibi».
L'articolo integrale è riportato nell'edizione odierna de Il Messaggero.