RassegnaStampa – Messaggero – Liberati: dal 2012 il manto erboso non è più lo stesso
In casa Ternana tiene banco anche il 'caso' manto erboso del Liberati. Il Messaggero di oggi fa il punto della situazione. Si deve tornare indietro al 2012. Mimmo Toscano ha appena riportato le Fere in B. La famiglia Longarini decide di investire sul terreno di gioco dopo aver ricevuto la conferma per la gestione dello stadio. La decisione fu quella di impiantare un campo in erba naturale mista al sintetico. Perché quella decisione? Per contenere le spese di manutenzione, per consentire alla Primavera di utilizzare l'antistadio Taddei, ma soprattutto per far allenare la prima squadra sempre al Liberati. Perché per disporre comunque del manto erboso più bello era necessario rispettare una regola: utilizzarlo solo per la rifinitura e per la partita una volta ogni quindici giorni. E non a caso la Ternana negli ultimi anni ha sembra cercato una casa durante la settimana per gli allenamenti, arrivando a seconda delle circostanze a lavorare a Narni piuttosto che ad Acquasparta, passando per Marmore Gabelletta e più recentemente Campitello.
A partire dai primi giorni di luglio, vennero messe in vendita le zolle dalla misura ciascuna di 40 centimetri per 25 e un'altezza di 4. L'offerta minima era di 5 euro. Andarono a ruba. Per la precisione vennero cedute 383 zolle a 202 appassionati per un incasso di oltre 3 mila euro destinati all'Associazione San Martino. Qualcuno la posizionò nel giardino di casa mettendoci la bandierina di un calcio d'angolo. Il Powergrass, così si chiama il manto misto, non venne mai messo in opera perché mancava l'omologazione. Così la società in fretta e furia fu costretta ad acquisire zolle in giro per l'Italia, per correre ai riparti. Tanto che nonostante gli auspici, la Ternana disputò la prima partita casalinga del ritorno in B a Gubbio col Modena. La questione è che, come ricordava il presidente Stefano Ranucci, si stanno sprecando risorse che magari potevano essere destinate ad un intervento più strutturale. Resta il fatto che già lo scorso settembre gli addetti al campo, si sono prodigati per consentire al manto di ricrescere, senza peraltro ottenere l'obiettivo prefisso. Intervento quello che fece seguito a quello del novembre 2017.
L'articolo integrale è riportato nell'edizione odierna de Il Messaggero.