Il trittico dell’amarcord, per l’esame di maturità

Il trittico dell’amarcord, per l’esame di maturità

Inizia il momento di raccogliere le risposte, quelle pesanti.

Gli interrogativi e le perplessità che finora hanno tenuto banco in casa rossoverde, dall’inizio di questa stagione, hanno trovato comunque una soluzione. E questo avvio di campionato ha praticamente sgombrato il campo da qualsiasi equivoco che poteva crearsi dopo la passata stagione.

La squadra ha risposto positivamente alle indicazioni che Gallo ha voluto dare alla squadra, soprattutto quelle relative alla capacità di cambiare tatticamente in corsa e partita dopo partita. Questa squadra non ha ancora un’identità marcata, ma ha sicuramente una propria personalità che prescinde dai giocatori che scendono in campo e dal sistema di gioco utilizzato. E’ un processo di costruzione che sta portando risultati (non soltanto in classifica), sono degli step che la Ternana deve necessariamente attraversare e non deve aver paura di compiere con troppa fretta. La squadra ha anche recepito la sua particolare natura: è una squadra omogenea ed equilibrata, verso l’alto. Quei giocatori intercambiabili di cui parlavamo prima, sanno che potranno essere titolari o utilizzati a gara in corso. Come ha detto oggi Gallo c’è una sana competizione, che aiuta nella crescita collettiva (oltre a far affrontare eventuale momenti di difficoltà derivati da squalifiche e infortuni). Avere questo tipo di consapevolezza è fondamentale per continuare a rimanere in alto in classifica: creare un ambiente positivo, un gruppo sano, che sappia qual è la direzione complessiva.

Ora però c’è un trittico pesante. Fra ricordi e conferme, che devono arrivare. E a maggior ragione sarà importante guardare anche ai dettagli. Ci saranno i primi veri grandi scontri con le nobili di questo campionato (Catania e Bari) e poi la sfida contro Pochesci (che molto probabilmente avrà grande voglia di rivalsa). Sia a livello tecnico che a livello mentale saranno sfide impegnative. Inutile nascondersi, inutile nasconderlo.

Catania ci porta alla mente la battaglia del ripescaggio quando a lungo le due società sono state contrapposte nella battaglia legale ai posti teoricamente disponibili in serie B. Una delle pagine più mal digerite dalle due tifoserie (e da molti nel calcio in generale), in cui poi alla fine per nessuno è stato possibile mettersi seduto al tavolo della SerieB, dopo una serie di ricorsi (che in realtà non sono ancora finiti) e che hanno lasciato soltanto un grande amaro in bocca a tutte le società coinvolte e la sensazione davvero di essersi battuti contro un “nemico” invincibile (non a caso, probabilmente, allora il presidente Bandecchi utilizzò il don Chischiotte come metafora). La partita contro il Catania anche per questo assume dei significati particolari: chi merita di più la B, fra noi? Ve lo dimostriamo sul campo! Questo può essere un po’ il claim della partita. Dici Catania e ti viene in mente Ciccio Lodi, che a gennaio del 2017 (il mercato che poi ha portato alla salvezza miracolosa targata Liverani) è stato davvero vicino alla Ternana. Corteggiato, adulato, richiesto. Poi non si chiuse e lui, a fine anno, decise di tornare per la terza volta proprio a Catania. Dove ha continuato a disegnare calcio (e calci di punizione) cercando di risollevare la squadra che forse sente più sua. Chissà come sarebbe stato il suo futuro (e quello della Ternana), se fosse sbarcato a Terni. Dici Catania e ti viene in mente Camplone, ma con la tuta del Perugia: due pareggi nei due derby, uno quello delle mani alle orecchie di Valeri Bojinov in occasione del pareggio. Insomma non è una partita “normale”. Come normale non sarà quella con il Bari, a maggior ragione.

Il Bari è la candidata naturale (e mediatica) alla promozione. Il Bari ha speso come se fosse in una B alta. Dici Bari e ti viene in mente la retrocessione del 2002, una partita (e un’annata) che non cancelleremo mai dalla testa, visto che la sensazione di essere stati truffati è stata poi corroborata da alcune sentenze sportive (e non) che hanno avallato anche i pensieri più neri. Dici Bari e ora ti viene in mente Mirco Antenucci (che la Ternana prese proprio dal Catania!): un solo anno con la maglia rossoverde addosso ma uno come se fossero 10, visto che è entrato prepotentemente nel cuore della tifoseria. L’ultima volta che ha giocato da avversario finì nel migliore dei modi, come nelle grandi storie d’amore: gol di Antenucci, la Ternana vince (sempre nell’anno di Liverani allenatore) mette una seria ipoteca sulla salvezza e allo stesso tempo la Spal festeggia lo stesso la promozione in SerieA. Dici Bari e ti viene in mente la voglia di dimostrare di essere meglio dei più ricchi. Di fargli vedere che la C è difficile come lo è stata per noi lo scorso anno e che bisogna affrontarla con armi diverse: quelle che la Ternana spera di avere ora.

Come se non bastassero queste due partite piene di significato (e di valori tecnici) poi toccherà al Bisceglie di Pochesci. Su Pochesci potremmo scrivere un libro. Ha infiammato la piazza (almeno una parte di essa), ha spaccato l’opinione pubblica, ha praticato un calcio offensivo senza curarsi troppo dell’equilibrio né dentro il campo né in sala stampa. E la sua prima volta “contro” sarà complicata. Anche qui in campo e fuori. Vorrà stupire in tutte e due i campi, vorrà far parlare di sé, vorrà mettere in difficoltà la squadra del suo ex amico Bandecchi. L’unico (di questa rosa) che ha vissuto quella stagione è Marino Defendi, il capitano. Uno che vivrà emozioni particolari anche contro il Bari (e che contro il Catania non riuscirà ad essere titolare).

Partite ricche. Sotto tutti i punti di vista: che ci daranno la reale misura della forza di questa Ternana. Su campo e fuori. Particolari: da non sottovalutare.