Defendi a TMW: “Ripartire sarà complicato. Ok per la C a 20 squadre”

Defendi a TMW: “Ripartire sarà complicato. Ok per la C a 20 squadre”

Marino Defendi è intervenuto ai microfoni di TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto. Prima di tutto, però, ha voluto ricordare Piermario Morosini nell'anniversario della sua scomparsa: "Anche chi non mastica pallone sa che era un ragazzo fantastico. Abbiamo condiviso il campo e tanti aspetti al di fuori, è sempre un piacere ricordarlo".

Lei è di Bergamo, sono state settimane complicate immaginiamo.

"Sono momenti molto difficili, io poi sono lontano dalla mia famiglia, come i miei compagni e il mister: così è ancora più dura. Mia moglie, i miei figli… Tutti a Bergamo. Cerchiamo comunque di affrontarla nel miglior modo possibile. Nella vita si fanno sacrifici, e lo sto facendo volentieri, per la mia famiglia".

Siete stati in prima linea con la Protezione Civile.

"Grazie al presidente Bandecchi, che ci sta mettendo l'anima, stiamo cercando di dare una mano alla comunità ternana, a chi ha più bisogno: portiamo pacchi con beni di prima necessità una volta alla settimana. Un gruppo la mattina e l'altro il pomeriggio: ci troviamo davanti al centro commerciale e da lì carichiamo i mezzi della Protezione Civile con beni da dividere nelle zone per tutte le persone che hanno bisogno".

Come reagiscono le persone?

"Dirò, è emozionante, e lo leggi nei loro occhi. Già vedere i giocatori della squadra del cuore sotto casa, in più portiamo loro un po' di speranza ed è sempre bello. Queste cose non hanno prezzo".

C'è possibilità per la Serie C di ripartire?

"Molto complicato. La speranza è l'ultima a morire, ma la vedo dura. Tra Lega Pro e le categorie sopra c'è un mare, un abisso. Non è facile strutturare questa situazione, permettendo a 24 giocatori più tutto lo staff di operare in completa sicurezza. La Serie C vive per i presidenti, non è che possono attaccarsi a sponsor milionari. Spero che non finisca così, ma qualche decisione andrà presa, e lo farà chi di dovere".

Cristallizzare la classifica e giocare magari solo playoff e playout?

"Questa è anche l'idea che mi sono fatto io, penso sia la più a portata di mano. Ci sono meno partite da disputare: vero che qualcuno non sarà contento ma la situazione è questa e bisogna fare il possibile. La cosa più importante però è la pubblica sicurezza: quando si muove una squadra sono tante persone, tanta gente che ci entra in contatto".

Gli stipendi non sono uguali tra tutti i professionisti.

"L'opinione pubblica certe dinamiche non le capisce, non conoscendo l'ambiente. Siamo sempre quelli che tirano un calcio al pallone e prendono un mucchio di soldi, ma non è così. Non si può paragonare chi gioca in C a chi è in A. Vero che la Serie A fa girare un sacco di soldi, ma lo è altrettanto che il calcio nasce dalle situazioni minori, quindi è giusto aiutare chi ha meno disponibilità".

Quanto fa paura questo virus?

"Paura no, perché se la gente segue le regole non c'è da averne. Un po' di preoccupazione sì. Però se rispettiamo le regole ne usciremo".

Come trascorre le giornate?

"Cerco di mantenere un orario giusto, mi sveglio alle 8-8.30, faccio colazione e poi arriva l'allenamento del nostro preparatore atletico via messaggio. Di pomeriggio mi siedo sul divano, tra serie tv e Playstation con amici tiro fino all'ora di cena. Quindi mangio e torno sul divano (ride, ndr)".

Vi chiedono di misurarvi il peso?

"Non so se era uno scherzo ma ha detto che dovrebbe cominciare".

C'è un aspetto del sistema calcio che spera possa cambiare?

"Credo che certe cose cambieranno. Leggevo (per la Serie C, ndr) di fare una categoria d'élite, con venti squadre. Secondo me è il momento giusto per farlo: negli ultimi anni ho giocato campionati dove ogni mese succedeva qualcosa, ce n'era sempre una tra presidenti che non pagavano, punti di penalizzazione… Penso sia adesso il momento di fare qualcosa di concreto, senza incappare di nuovo in campionati con decine di punti di penalizzazione. Non sarà facile gestire una situazione del genere, ma visto come stiamo messi ora, penso che sia da prendere la palla al balzo".