W L’ITALIA DI CHI AMA IL TRICOLORE!!!
Dopo la debacle mondiale, peraltro prevedibile agli occhi di chi conosce le dinamiche di casa propria, sono giunte in rapida successione le piccanti quanto sacrosante esternazioni di alcuni Simboli del nostro calcio giocato, l’immediata fuga di “irresponsabili responsabili”, le battute infelici di chi dovrebbe dare l’anima solo per l’onore di vestire la gloriosa maglia AZZURRA bordata con il TRICOLORE NAZIONALE, le sterili polemiche di quanti pensano di avere sempre la verità in tasca, il “Toto CT” eletto a passatempo dell’estate 2014, e le diagnosi depositate dai professori al capezzale del grave ammalato.
Sarà ora di prendere una decisione per salvare la vita al CALCIO ITALIANO?
Non passa un’estate che non venga immortalata dai patiti del dorato mondo pallonaro come l’icona sferica della polemica, e questa probabilmente è la logica conseguenza di un Paese che da gloriosa culla della civiltà mondiale è mestamente decaduto fino a vestire il ruolo di vassallo al servizio dei nuovi potenti.
Che fino ha fatto l’IDENTITÀ NAZIONALE?
Ce ne ricordiamo solo quando il nostro CAPITANO AZZURRO di turno alza al cielo la COPPA DEI PIÙ FORTI AL MONDO, trasformando miracolosamente la BANDIERA TRICOLORE nella vestaglia delle vecchine più che nel cappellino dei bambini, e riversando nelle strade cinquanta milioni di Italiani che per un giorno si sentono FRATELLI D’ITALIA!
In altri casi quella BANDIERA può mestamente restare ammainata nell’indifferenza di un’opinione pubblica più strumentalizzata dai pensatori di turno che convinta di non issarla al cielo.
Tutto il globo sportivo e non, volente o nolente, è costretto a portare rispetto agli ITALIANI per i quattro titoli mondiali vinti dalla piccola GRANDE NAZIONE erta a simbolo indiscusso dell’egemonia calcistica Europea, per non parlare di Motociclismo, Automobilismo, Scherma, etc. etc. e da ultimo quel Ciclismo nel quale un immenso NIBALI ha profumato con le fragranze Siciliane quell’arco Parigino copiato dagli originali quanto trionfanti archi ROMANI che fanno bella mostra di se stessi da ben due millenni nella CITTÀ ETERNA!
Ma la gestione di questo patrimonio nazionale trova sempre il modo per screditarsi e far chiacchierare anche a sproposito chi, oltre confine, farebbe probabilmente bene a guardare in casa propria prima che sorridere delle altrui disgrazie, probabilmente invidioso di un popolo che tra mille contraddizioni è sempre riuscito a cavarsela con le proprie innate doti.
È ora di prendere decisioni forti, di riformare, di azzerare dove non è possibile risanare, di fare piazza pulita dai polipi avvinghiati con i loro tentacoli alle poltrone, di dare spazio a nuove idee gestionali e ad imprenditori che hanno deciso di investire “a fondo perduto” nel sistema calcio, di far crescere i talenti delle nostre periferie prima di scommettere su sconosciuti nomi esotici che fanno tanto tendenza, di ritrovare i valori NAZIONALI più che cavalcare un’esterofilia tanto ipocrita quanto deleteria al nostro calcio.
Ne abbiamo viste di tutti colori negli ultimi trent’anni … dal vecchio al nuovo calcio scommesse, dalla corruzione arbitrale alle fideiussioni false, da partite che definire “accomodate” è puro eufemismo a partite giocate con il sangue agli occhi da parte di squadre che non avevano più nulla da chiedere alla loro classifica contro pericolanti affamate di punti salvezza, da brocchi artisticamente mascherati da fenomeni a nomi roboanti che hanno miseramente fallito sui prati di mezza ITALIA portando in dote solo nomi difficili da pronunciare, per finire con il “Flop” della Tessera del Tifoso ed il biglietto nominativo, che oltre a non fermare la violenza negli stadi ha diminuito il numero degli spettatori sugli spalti.
Cominciamo a punire in modo esemplare chi sbaglia, riformiamo i campionati ma dotiamoli di regole nuove, diamo la possibilità a chi vuol costruire stadi di agevolare l’iniziativa invece che stroncarla con anni di immobilismo politico senza un apparente senso logico, sviluppiamo i vivai trovando il modo di defiscalizzare le società più sensibili all’iniziativa, aiutiamo le società più diligenti e volenterose a fare calcio con i “Nostri Prodotti” nelle Seconda e Terza serie professionistica senza relegare i giovani talenti nostrani nei Campionati Primavera o Berretti, e diamo un segnale forte a tutte le Leghe affinché una Società non debba discutere e ricorrere fino all’ultimo grado di giudizio per conoscere il futuro Campionato che andrà a disputare una settimana prima dell’inizio del torneo.
Lo scorso anno, in Lega Pro, il girone B era “zoppo”, quest’anno si paventa la Serie B “zoppa” con un turno di riposo forzato ad ogni giornata.
Se quest’anno la “zoppia” serve per programmare cinque retrocessioni dalla Serie cadetta alla Lega Pro, e portare a 20 il numero di squadre fin dal prossimo campionato, siamo certi che poi nessuna delle iscritte oggi cederà sotto i colpi di un debito incolmabile domani? Chi garantisce … la Lega? Oppure il prossimo anno ricominceremo con i ripescaggi? In presenza di due o più eventuali fallimenti il prossimo anno, magari a carico di compagini che hanno conquistato una buona posizione di classifica indebitandosi fino al collo, è giusto far disputare i play out a Società che avranno rispettato le regole con un comportamento diligente? E come saranno gli eventuali play out? E chi, eventualmente, avrà diritto ad essere ripescato?
O forse si darà vita al successivo torneo con un numero indefinito di squadre?!?
E le polemiche ricominceranno!
Se i mali si possono prevenire non c’è bisogno di curarli.
Cancelliamo questa anomalia tutta Italiana e disputiamo un Campionato “normale”.
Eviteremo anche quelle polemiche che sorgeranno di certo da parte dell’avversario di turno ogni qualvolta il riposo spetterà all’altra compagine nel turno infrasettimanale alla vigilia di un mach di cartello o il sabato antecedente il medesimo turno, e … “dulcis in fundo” …
Come verranno gestiti gli ultimi due o tre turni conoscendo già l’esito di una partita che non si disputerà?
Accertiamo che i bilanci delle Società abbiano debiti colmabili dalla medesima o garantiti da fideiussioni “reali” prima di accettarne l’iscrizione, e disputiamo un Campionato all’altezza della Seconda Categoria Professionistica senza polemiche, perché per la diminuzione del numero delle partecipanti ci sono altri mezzi certamente più idonei e condivisibili, dettati e ratificati dalle decisioni di una maggioranza che, se siamo ancora in democrazia, tutti dovranno rispettare anche se in disaccordo.
E senza cadere in una polemica né sterile né gratuita, vorrei ricordare a quanti sono deputati al controllo dei bilanci che la TERNANA CALCIO, alcuni anni or sono, fu fatta fallire per un “piatto di lenticchie” … ma forse TERNI e la TERNANA non hanno mai avuto l’aurea protezione di un Santo in Paradiso!
Il momento è questo, ma dubito che al Cognome SISTEMA verrà anteposto il nome Levriere in sostituzione di Ippopotamo, perché, almeno per quello che appare, non c’è la volontà di cambiare da parte dei potenti che hanno un peso specifico molto elevato nelle stanze del potere.
Basterebbe solo un po’ di buona volontà … regole ferree dentro e fuori gli stadi come dentro e fuori le Sedi Istituzionali.
Non è un’operazione difficile … basta solo ricordarsi che siamo ITALIANI, e come tali dovremmo ritenerci orgogliosi della nostra storia, consapevoli delle nostre innate capacità, e fieri di un’IDENTITÀ NAZIONALE che non ha nulla da imparare … Da nessuno!
W L’ITALIA DI CHI AMA IL TRICOLORE!