Ciclone Bandecchi: dritto al punto, senza (troppe) strategie
Al presidente Bandecchi piace stimolare, stuzzicare, stupire, sorprendere. Quindi non sorprendetevi delle ultime sue uscite, piuttosto siate soddisfatti del suo interventismo. Noi, personalmente, ci cominceremmo a preoccupare seriamente quando il presidente non avrà più voglia di parlare o di provocare.
Bandecchi è un vulcano è abituato, nella sua giornata, a prendere decisioni in ogni circostanza, il riposo non fa per lui. E nelle sue decisioni, anche nei silenzi, c’è sempre un messaggio.
In ordine, nelle ultime giornate ha fatto i complimenti alla Reggina, ha deciso di non seguire la prima squadra ad Alessandria, ha fatto visita invece alle ragazze, ha di nuovo stuzzicato i “maschietti”, ha parlato dello stadio e ha annunciato che non rinnoverà la convenzione, ha risposto ai tifosi su Instagram, ha rilasciato interviste ai giornalisti.
Ognuna di queste cose è coerente con il pensiero di Bandecchi e la sua filosofia. Almeno secondo noi. Avendolo imparato a conoscere, in questi anni, proviamo a interpretarlo, consapevoli che possiamo anche andare incontro a delle grandi cantonate.
Il presidente Bandecchi vuole vincere. E – in tutta sincerità – non ha molta pazienza. Sa che ci vogliono dei tempi, in alcune circostanze, sa che non tutto dipende dalla propria volontà. Ma vuole vincere, vuole arrivare a vincere. E vuole, come ha preteso da sé stesso e dai suoi più stretti collaboratori, che ogni momento si pensi a questo. E’ una questione di mentalità, una mentalità che ha pagato, almeno nella sua vita professionale.
Per cui se provate a sovrapporre questa mentalità alle sue azioni, tutto torna. Almeno a noi. Vorrebbe vincere la B, subito. Ha capito che non è possibile: lascia pienissima fiducia a Tagliavento, Leone, Lucarelli e alla squadra, sa che serve (anche programmazione) e pazienza. Ma non ce la fa. Vorrebbe vedere sempre la squadra arrembante e vincente. Magari proprio come la Reggina (avversaria in serie C) che ora si sta godendo un momento d’oro. E’ combattuto: sa di dover aspettare, ma non è sempre possibile. E soprattutto è convinto che il tempo può avere un suo peso all’interno della costruzione di un progetto vincente ma tutti devono fare il possibile per accorciarlo. E lui da il suo contributo: da fuori, da dentro, da Instagram, a parole, con le provocazioni, con la fiducia. Con quello che può e con quello che crede. Un po’ come Nanni Moretti: mi si nota di più se vengo o se non vengo? E poi riparte con le provocazioni, sul lavoro, sul rispetto. Nessuna crepa con nessuno: solo uno stimolo.
Lo stesso stimolo che ora vorrebbe fosse recepito anche dalla Ternana femminile. A questo progetto Bandecchi ci ha creduto molto e ci sta investendo. Ha capito che può essere un percorso positivo anche per la crescita della società. E vedrete che ora l’attenzione e le risorse saranno sempre maggiori.
E in ultimo la politica: dove per antonomasia la diplomazia e la pazienza dovrebbero essere un mantra. Bandecchi non ce l’ha nelle sue corde. Ovvero ce l’ha fino a un certo punto. E’ una persona molto pragmatica, quindi anche in questo caso prova ad accelerare. E’ un ragionamento che ha sempre fatto. Possiamo essere d’accordo o meno sui modi (assomiglia di più a un aut aut che a una richiesta per la costruzione di un bene pubblico), sicuramente mette in difficoltà una parte dell’azione diplomatica all’interno di questo processo. Ma lo ha già fatto e sempre lo farà. Sarà efficace? Andrà tutto come Bandecchi ha previsto? Questo non possiamo saperlo, anche in questo caso non dipende soltanto da lui. La partita politica probabilmente ha più incognite (ed attori) che una partita di calcio. Ma lo spirito e la mentalità con cui Bandecchi affronta le sue “battaglie” sono sempre gli stessi.
Poi – ribadiamo – si può essere d’accordo o meno. Ma non ci sono troppe letture o troppe domande inevase, secondo noi. Alla fine l’obiettivo rimane solo uno: vincere. Preferibilmente subito.