Ciao Massimo simbolo dell’eccesso
Massimo Minciarelli ci ha lasciato. Eravamo praticamente coetanei. Io, qualche giorno in più. Ma tanti anni vissuti a seguire la Ternana. Voci e pensieri spesso contrastanti, espressi da tribune diverse. Teleradio Centroitalia, Canale 58, Radio Antenna Musica e poi TeleUmbriaViva quindi Teleterni, prima e dopo la gestione Garofoli. Da ultimo su questo sito. Una sorta di uccello migratore il buon Massimo. Dove c’era da parlare, da discutere, da raccontare le storie rossoverdi c’era lui.
Ci siamo incrociati a Radio Antenna Musica, poi nella prima Teleterni quindi qui, a Ternana News. Contatti sporadici molto più di quel paio d’ore che da qualche tempo trascorrevamo allo stadio Liberati. Io dentro la tribuna stampa, lui fuori a raccontare la partita a modo suo. Con gli eccessi che lo contraddistinguevano. Ora esaltato ora depresso: questione di poche azioni, di qualche minuto. Confronti a distanza, divisi dalla parete della tribuna.
Ma lui era così: prendere o lasciare. Una sorta di simbolo dell’eccesso, a volte con tono irriverente. Mai spocchioso però.
Troppo spesso si definiva giornalaio. Io scuotevo la testa, a volte contestavo questa etichetta che si appiccicava addosso. La ritenevo e la ritengo offensiva (con il massimo rispetto per chi i giornali li vende) per chi ha sempre cercato d’informare, di raccontare storie, di dare notizie.
Forse in cuor suo non si sentiva davvero giornalista, preso com’era dalla professione di avvocato. Forse si sentiva più cantastorie. Quelle della Ternana. Prima ancora quelle dell’Elettrocarbonium. Ed erano storie che si ascoltavano volentieri perché avevano un timbro unico. Quello di Massimo Minciarelli. Poteva piacere o meno. Ma era il suo modo di raccontare. Non scimmiottava, dava interpretazioni sue. Magari discutibili. Ma erano le sue. Riconoscibili.
Una voce che già ci è mancata negli ultimi mesi, vissuti con la speranza di riaverlo con noi, magari di tornare a discuterci sulla valutazione di qualche giocatore. Oggi siamo ancora più tristi perché sappiamo che quella voce non potremo più riascoltarla.