Ternana: la salvezza è il tuo obiettivo, ma la serie A resta il sogno

Ternana: la salvezza è il tuo obiettivo, ma la serie A resta il sogno

Vinci due partiti e ti esalti, ne perdi altrettante e rischi di andare in depressione. Dicono che il calcio sia proprio così. No. Così è soltanto la serie B. L’inferno del mondo calcistico. Il torneo che ti esalta e ti deprime nel giro di 180 minuti.

Un esempio, il più recente viene proprio dalla Ternana. E’ stata anche prima in classifica ma ha poi attraversato un periodo fatto più di ombre che di luci, compreso il doppio cambio di allenatore con l’andata e il ritorno di Lucarelli.

Ma sono i risultati a fare la differenza, a regalarti un sogno e a cancellartelo un istante dopo. Perché la Ternana vista a Palermo era piaciuta, con il Benevento pure frenata da pali e traverse. Due punti in due partite, la classifica che si muove. Poi è arrivata la sconfitta di Genova. Preventivabile. Ma con effetti inaspettati in classifica visto che il campionato di serie B propone anche un’altra caratteristica. Alla fine corrono più le squadre di fondo valle rispetto a quelle che hanno più spesso frequentato le alte quote.

E così è bastata una sconfitta, quella col Genoa, per mandare in frantumi certezze che sembravano scolpite nella pietra. Lucarelli ha annusato il cambiamento e ha preso di petto la faccenda chiamando a raccolta il popolo rossoverde ma, più ancora, mandando un messaggio bello chiaro alla squadra. “Basta con i sogni di gloria, quei c’è da salvare le penne”. Un qualcosa di simile lo disse Andreazzoli quando invitò tutti alla concretezza, alla realtà di una classifica che non decollava ma, piuttosto, si stava facendo pericolosa.

Il messaggio è arrivato a destinazione. Lo stadio ha riproposto un bel colpo d’occhio con quasi settemila paganti e la squadra è tornata ad essere quella della versione migliore, non proprio delux ma quasi.

Così è arrivata la vittoria. Tre punti che d’incanto hanno cambiato la storia di questa porzione di stagione. Con i tre punti la Ternana si è portata a tre sole lunghezze dall’area prestigiosa che porta ai play off e ha allungato sulla zona a rischio allungando a sei i punti di margine.

Una partita, novanta minuti, e l’uomore è cambiato. Una delle tante sirene, pericolosissime, di un torneo che cosparge la stagione di tante trappole come queste. Ecco perché alla classifica è meglio non dare credito viaggiando a fari bassi con la consapevolezza che è sempre meglio ripararsi prima dai rischi che pensare subito in grande. La serie A era e resta un sogno da tenere nel cassetto. Mantenere la categoria è l’obiettivo da centrare anche quest’anno. Poi…si vedrà.