Ternana, salvezza da conquistare in una stagione buttata via
La sensazione – da fuori – è che il giocatolo non funzioni più come prima. Mi piace cominciare così, con la frase in chiusura dell’editoriale pubblicato lunedì sul questo sito.
Una ipotesi assai vicina alla realtà per come si sono sviluppate le cose anche con il Lucarelli bis. Una partita giocata da grande squadra poi una serie infinita di delusioni. Alcune cocenti come quella patita a Brescia, al cospetto di una squadra a cui tremavano le gambe. Sarebbe bastato iniziare con un piglio diverso per incanalare la partita in tutt’altra direzione. La Ternana non l’ha fatto replicando, in peggio, la prova di Ferrara.
E allora torniamo all’interrogativo che ci eravamo posti nell’editoriale di presentazione del match. E quell’interrogativo che poneva in discussione il valore della squadra ha avuto la sua risposta. La Ternana è questa, niente di più. Perché la classifica a sei giornate dalla fine esprime valori reali in riferimento non tanto agli organici quanto alle capacità produttive di ogni gruppo. La Ternana ha illuso tutti, tifosi e commentatori, non soltanto quelli ternani. Veniva indicata come possibile mina vagante. Una mina restata inesplosa e che oggi occorre disinnescare in fretta per evitare che scoppi tra le mani di chi la gestisce quotidianamente.
C’è da fare i pochi punti che restano per garantirsi la permanenza nella categoria. Obiettivo minimo di stagione, fondamentale però per il futuro della squadra e della società. Che potrà essere centrato se il giocattolo –chissà come- tornerà a funzionare, almeno a fasi alterne. Se il gruppo troverà la giusta compattezza. Senza cercare alibi inesistenti, dimostrando di non essere da TSO come aveva paventato Lucarelli nel caso in cui avesse ripetuto a Brescia i misfatti di Ferrara.
E non ce ne voglia il tecnico, ma il suo silenzio stampa, non crediamo possa risultare determinante per il conseguimento dell’obiettivo. Anzi, ci risulta difficile comprenderne i motivi che l’hanno generato e le modalità di applicazione. “Parlo con i tifosi se vengono al campo e do loro tutte le spiegazioni” ha detto al microfono di AM Terni Television. Cerca quindi il contatto diretto che quelli che lo applaudono individuando, un po’ maldestramente, nei giornalisti che riportano notizie e interviste, la causa principale del malessere rossoverde.
Fosse così saremmo noi i primi a consigliargli di tacere. Ma così non è. E lui lo sa bene. Perché se il presidente parla di cessione di quote della società è doveroso riportarlo. E se queste sono notizie che destabilizzano lo spogliatoio sarebbe giusto ne parlasse con il diretto interessato, senza ricercare inesistenti colpevolezze.
Comunque se Lucarelli ha deciso di tacere e la società sarà con lui (anche in presenza di contratti che non lo consentono) pazienza. Ce ne faremo una ragione sperando che questa scelta possa contribuire al risultato finale di una stagione che, comunque finirà, continueremo a considerare “buttata via”. Perché questa Ternana probabilmente non vale la promozione diretta ma neppure la salvezza da conquistare nelle ultime giornate. Questo pensiamo dall’inizio del campionato e questo pensiamo anche oggi.