Ciao Totò: un figlio rossoverde che va
Noi abbiamo sempre avuto la convinzione che Palumbo fosse fra i migliori centrocampisti della B, se non il migliore. Per noi Palumbo ha rappresentato, a Terni, uno di quelli per cui valeva la pena andare allo stadio a vedere la partita.
Dall’inizio della sua avventura in rossoverde ti vedevi in campo questo scricciolo rosso che correva come un pazzo in mezzo al campo e che aveva un tocco di palla da Serie A. E dicevi: ma dove va questo? E’ presuntuoso, ma ha le palle.
E’ il carattere che lo ha portato in alto e che forse lo porterà (di nuovo) in Serie A. Ha sempre affrontato tutto e tutti a testa alta, senza paura, guardandoti negli occhi. Ha sempre dato tutto: in campo e fuori. Con una qualità straordinaria, una visione di gioco incredibile, tempismo da vendere. E con la testa. Calda a volte, sopraffina in altre circostanze. Ha diviso Terni, soprattutto alla fine. C’era chi non lo sopportava più perché Terni quando ti considera suo figlio è ingrata: pretende sempre qualcosa di nuovo e di diverso. E Palumbo per tantissimo tempo lo è stato. Ci renderemo conto di quanto è forte Palumbo, quando Palumbo non ci sarà più. 192 partite con la maglia della Ternana addosso 15 gol ma soprattutto 27 assist. Giocatore totale: poteva giocare, da centrocampo in su in qualsiasi porzione di campo. Ha fatto il regista, ha fatto la mezz’ala, ha giocato a due, ha fatto l’esterno offensivo e anche la seconda punta. Ha sempre dato qualità, ha sempre dato visione. Ha sempre dato tutto.
Lo sappiamo che siamo di parte, ma non capiamo come non si possa essere dalla parte di Palumbo. E ora che se ne va ci dispiace. Non è la prima volta che succede, che Palumbo vada via da Terni.
Prima c’è stato il periodo dal 14/15 al 16/17, con il suo esordio. Contro il Modena, pensate un po’, forse un segno del destino. Era un bimbo, veniva dal settore giovanile. Entra a posto di Crecco, come mezz’ala sinistra a 20 minuti dalla fine, sul risultato di 0-0. La Ternana vincerà con gol di Avenatti.
La storia con la Ternana si interrompe per un anno e mezzo (Trapani e poi a Salerno), le uniche due vere squadre di Palumbo lontano dalla Conca. Poi a parte la presenza in A, solo rossoverde.
A Terni è stato protagonista e capitano. Leader e promessa. Ha vinto campionati e ha incantato avversari. E’ arrivato con la chioma e se ne va con qualche ruga in più, meno capelli e più figli (con una moglie, anch’essa ternana). Sono 7 anni a Terni più il settore giovanile. Fanno 10, quasi 11, quando entra insieme a Russini negli allievi nazionali.
E stato il nostro Paul Scholes (per chi se lo ricorda): rosso, tignoso, tecnico, leader.
Noi ce lo ricordiamo ancora quando con quella faccia strafottente che ha sempre avuto si affacciava alla prima squadra con l’aria di chi ti doveva dimostrare che era già “più gruoss” di te. Un espressione che non è mai cambiata, che ha portato sempre in campo, a qualsiasi età E che ora si godranno a Modena, insieme alle sue giocate.
E’ stato bello Antonio, anzi un privilegio: vatti a prendere la A