Con Ferrero Falchetti se n’è andato un pezzo della Ternana dei miracoli
Ci ha lasciato Ferrero Falchetti. Non uno che amava i riflettori. Schivo piuttosto, ma sempre presente, sempre disponibile. Un uomo che ha contribuito in silenzio a fare la storia del settore giovanile della Ternana. Non allenava, non era un dirigente. Era però la persona sempre vicina al dirigente all’allenatore, ai ragazzi di quel vivaio che ha sfornato campioni. Parliamo del settore giovanile rossoverde degli anni settanta. Ferrero iniziò la sua avventura proprio in quel periodo. Ovidio Laureti era il responsabile, Omero Andreani l’allenatore di punta. Con lui tanti altri bravi allenatori. Giuliani, Cavalli, Marsiliani giusto per ricordarne qualcuno. Senza rischiare di dimenticarne altri possiamo affermare che in quegli anni c’era un gruppo di tecnici che funzionava, che parlava lo stesso linguaggio. Ma c’era anche una società che a livello giovanile sapeva investire. Passione, lungimiranza, competenza. Ferrero era vicino ai ragazzi, soprattutto a quelli che venivano da altre città. Si occupava degli alloggi ma anche della scuola. Era lui che parlava con i professori, che li spronava quando serviva, che distribuiva parole buone, dolci nei momenti complicati. Ha voluto bene a tutti, a qualcuno in particolare come Danilo Pierini che gli è stato vicino fino alla fine, esempio di un legame indissolubile.
Ferrero Falchetti per tanti anni è stato il collante di un gruppo che funzionava, che produceva risultati e giocatori. Chi ha vissuto quel periodo sa benissimo quanto è stato importante Ferrero, in alcuni casi anche in qualche trattativa. Un invito a cena con i dirigenti del calciatore che piaceva e l’operazione andava avanti fluida, positiva. Ne ricordo una: quella che portò Ricchiuti in rossoverde. Ferrero e Franceschino Carboni a spianare la strada a chi poi doveva chiudere la trattativa. Un esempio ma tanti altri se ne potrebbero fare. Un impegno quotidiano spinto dalla straordinaria passione per la sua Ternana. Quella Ternana che non può dimenticarlo anche se lui, i titoli dei giornali non li ha mai avuti. Ma ne avrebbe meritato tanti. Ciao Ferrero, cuore rossoverde.