Suagher: maschere, creste e carattere

Suagher ha smesso di giocare a calcio. L’ennesimo infortunio lo ha costretto a lasciare il calcio giocato e iniziare subito la sua nuova vita, quella di allenatore. Sarà nello staff di Possanzini a Mantova, che sta dominando la LegaPro. Un po’ come successe alla Ternana di Lucarelli, di cui Suagher è stata una delle colonne pur non essendo un titolare.

Sugo nella sua carriera non è stato fortunato. Ha giocato a calcio sì, anche in piazze importanti, ma i continui infortuni (anche molto gravi) non gli hanno permesso di fare la traiettoria che in tanti avevano pronosticato per lui. Una cosa lo ha aiutato: il suo carattere. Stradeterminato, strasincero e sempre pronto a scherzare. Unite queste tre cose e vi renderete conto come abbia potuto superare anche momenti complicati della sua carriera.

Abbiamo avuto il piacere di conoscere Sugo. Ed è stato sempre un piacere parlare con lui, confrontarsi. Ma soprattutto ridere e scherzare. Ha la capacità di mettere insieme cose serie e cose più frivole. E questa sua dote gli tornerà utile nella sua nuova strada: la capacità di empatizzare con gli altri, la voglia di dire la propria, di condividere il pensiero, di prendere le cose sul serio (per quanto riguarda il lavoro) e allo stesso tempo saper riconoscere dove sia il confine.

La maggior parte dei tifosi rossoverdi ha conosciuto Suagher sul terreno di gioco. Ha “rischiato” di segnare il gol promozione a Bisceglie (poi il distacco dalla seconda rimase invariato…): di gol quell’anno ne fece tre (Juve Stabia e Cavese le altre due reti), ma l’apporto più importante lo ha dato dentro lo spogliatoio.

Lui stesso ha raccontato della famosa maschera da leone, appesa nello spogliatoio. Fu “dichiarata” soltanto alla fine, in alcune foto social. Ma quella maschera era sempre stata lì. Ha rappresentato (insieme alle creste alla moicana che lui insieme al capitano Defendi hanno sfoggiato per una parte della stagione) l’essenza di Suagher: con il suo carattere dare comunque dei segnali.

Dentro la maschera del leone c’era uno stemmino della Lega Pro e ad inizio stagione aveva detto a tutta la squadra che la LegaPro quell’anno se la sarebbero mangiata. Ed è stato così. Dalle piccole cose nascono le grandi imprese.

Ora Sugo che hai smesso di giocare porta le tue maschere, le tue creste, le tue scarpe a quadri e la tua ironia, anche nello staff di Possanzini. Che questo Mantova, che vola, per volare anche più in alto ha bisogno di te!