Così Fabio Pecchia, in un articolo di approfondimento di Gianluca Vighini per tggialloblu.it, si è preso e ha forgiato il suo Hellas Verona: "Sono bastati pochi mesi di lavoro per sgombrare il campo dalla diffidenza iniziale. Fabio Pecchia ha ormai conquistato anche i più scettici, a suon di prestazioni e risultati. In pochi mesi si è preso il Verona. Ecco come.
ALLENAMENTI INTENSI. Fin dal ritiro Pecchia ha dato un'impronta ben precisa al suo lavoro. Un allenatore che vive di calcio, presente in campo, in ogni aspetto dell'allenamento. Il livello delle sedute si è alzato esponenzialmente creando un ciclo virtuoso. I giocatori si divertono, si impegnano, sono affascinati dal nuovo modello proposto. E questo significa maggior competizione dentro la rosa, minori infortuni, scelta più ampia per l'allenatore.
PUGNO DI FERRO IN GUANTO DI VELLUTO. Sbagliato pensare a Pecchia come ad un tipo "morbido". I metodi educati non devono essere scambiati con scarso polso. Anzi. Il tecnico è un "martello" incessante, duro nelle situazioni in cui è necessario, ma sempre propositivo. Salta all'occhio nelle sue sedute la volontà di "costruire" la stima dei giocatori e non di "distruggerla" segnalando le incapacità o gli errori. Atteggiamento che il gruppo gradisce e che permette anche di superare le difficoltà con maggiore serenità.
IDEE INNOVATIVE. Pecchia è un tecnico "moderno" che ha lavorato con grandi campioni e che ha un passato da "costruttore" di gioco. Propone un calcio ambizioso, fatto di possesso palla, ma non fine a sè stesso. La qualità della didattica è altissima grazie anche ad una capacità dialettica inusuale. Varietà di esercitazioni, capacità di lavorare anche sul singolo sono le sue doti migliori.
CAMBIARE E' INTELLIGENZA. L'intelligenza è saper mettere a frutto gli errori, cambiando, senza cambiare il pensiero di fondo. La capacità di analisi di Pecchia e del suo staff è elevatissima. Posto che il fine ultimo è vincere le gare, Pecchia ha corretto in fretta il tiro di una squadra che, essendo abile tecnicamente, aveva l'indole di "giogioneggiare" troppo. Dopo Benevento Pecchia ha lavorato di cesello. Ha imposto maggiore concretezza, più responsabilizzazione di attaccanti e centrocampisti, più capacità di leggere la situazione e affondare quando si può. Il tenore delle tre vittorie consecutive ha un sapore diverso per come sono arrivate. Il Verona ora si sa adattare alle situazioni, studia l'avversario, conosce più i propri limiti, ma impone il proprio gioco e la propria classe superiore.
LA SFIDA. Pecchia ha una sfida da vincere. Quella di dimostrare che la difesa del Verona è un buon reparto. Convintissimo che i singoli siano dei buoni giocatori, il mister vuole limare tutti quegli errori che ancora condizionano il rendimento. Partendo dal presupposto che una buona difesa coinvolga tutta la squadra, l'allenatore sta "massacrando" il reparto, pur allentando l'evidente pressione che esiste su Bianchetti e compagni. Finalmente i primi risultati si vedono e le ottime prestazioni di Souprayen e di Bianchetti contro il Frosinone sono la prova evidente che questo lavoro sta portando i frutti sperati".
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