Massimo due settimane e si conoscerà il futuro del Varese. Il direttore generale Giuseppe D’Aniello sta portando avanti la trattativa con la cordata internazionale capeggiata da un imprenditore italiano con aziende in Svizzera ed in altri Paesi esteri, ma non si sbilancia. Su un paio di aspetti, comunque, è già stato chiaro. Uno: se il Varese verrà ceduto è perché l’acquirente sarà serio, solido, in grado di pagare l’iscrizione in Lega Pro, dilazionare i debiti e garantire una programmazione a lungo termine sostenibile. Due: una decisione, nel bene o nel male, verrà presa entro fine maggio. Intanto lunedì 18 scade il termine per saldare le ritenute Irpef di gennaio e febbraio: a ieri non esistevano le condizioni per pagare in tempo utile (servono 200mila euro). Ciò significa che, salvo colpi di scena, i soldi non verranno versati e ciò comporterà un altro punto di penalizzazione nella prossima stagione dopo quello già sicuro per l’inadempienza economica di aprile. Va da sè, quest’ultimo scenario certificherebbe come il dialogo col gruppo internazionale che sta analizzano i conti di via Manin per valutarne l’acquisizione non abbia ancora portato a condizioni sufficienti per l’accordo, anche se nei giorni scorsi si respirava un moderato ottimismo, pur immerso nella prudenza. Nel frattempo rimangono aperte le comunicazioni col costruttore del Basso Varesotto e col gruppo svizzero teoricamente disposti ad entrare nel sodalizio biancorosso (il primo per l’operazione nuovo stadio, il secondo per sostenere il vivaio). Il Varese, dunque, riuscirà a salvare il professionismo ripartendo dalla Lega Pro? Sbilanciarsi, in questo momento, sarebbe fuori luogo. E per la delicatezza della questione, e per la mancanza di situazioni definitive. Parallelamente c’è chi è pronto ad intervenire nel caso la situazione precipitasse e il club non riuscisse ad iscriversi in Lega Pro. Il progetto, che coinvolge alcuni imprenditori del territorio, prevede la ripartenza dalla Serie D. In pratica si tratterebbe di ricominciare da zero con una nuova società e una squadra da costruire ex novo. Le istituzioni, messe al corrente di questa disponibilità, hanno già sondato il terreno con la Figc. Del resto le norme prevedono che sia proprio il Comune, in questi casi, a dover presentare la richiesta d’ammissione al campionato. Intanto sabato al "Franco Ossola", durante il match con il Pescara, s’è allargata la frattura fra i tifosi biancorossi. La Curva Nord ha ribadito il proprio pensiero con cori e striscioni: contestazione totale per l’annata da incubo, sia alla società sia alla squadra, con riferimenti specifici all’ex presidente ed attuale azionista di maggioranza del club Nicola Laurenza. Tribuna e Distinti hanno invece sostenuto i giocatori durante la partita, applaudendoli dopo il triplice fischio. Questo è quanto riporta il sito internet prealpina.it sulla situazione del Varese.
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