11 giugno 1989, una data scolpita nella storia della Ternana, nei ricordi di quei quindicimila che quel giorno erano presenti a Cesena. Il giorno dello spareggio con il Chieti per l’accesso al campionato di serie C. I rigori, minuti interminabili per arrivare alla grande festa finale. Quella che consacrò la Ternana costruita da Ernesto Bronzetti e guidata da Claudio Tobia, come una delle squadre più amate nella storia rossoverde. Seconda probabilmente, soltanto a quella che Viciani portò in serie A.
35 anni dopo (un caso?) nella sala del consiglio comunale è stato presentato il primo memorial Ernesto Bronzetti (LEGGI QUI). Un riconoscimento indiretto al manager che dopo quella promozione ha saputo costruirsi con la forza delle idee un’altra vita, quella del manager internazionale che ha trasferito ben sette palloni d’oro.
Ernesto manca alla famiglia, agli amici, ai ternani e al calcio da oltre otto anni ma siamo certi che nel suo personalissimo albo dei ricordi quella promozione ha un posto di primissimo piano. D’accordo, era la C2 non la Champions League, ma quella squadra è stata la sintesi del genio calcistico e manageriale di un ternano doc. Perché quella squadra costruita in fretta e furia, con pochi soldi a disposizione è stata l’esempio di come le idee possano sopperire anche alle risorse economiche. Giocatori che avevano appeso gli scarpini al chiodo, riportati in campo e diventati protagonisti-idoli di una città. Doto e Sciannimanico i simboli, ma con loro tanti altri protagonisti indimenticabili come Forte e Garritano e tutti gli altri. A cominciare dal tecnico, Claudio Tobia.
Una cavalcata impetuosa che era riuscita a fare amare il calcio anche al presidente-proprietario di allora, Gaspare Gambino che proprio Ernesto convinse ad impegnarsi per una società che rischiava di scomparire dalla mappa del calcio professionistico.
L’empatia di tecnico e giocatori esplosa letteralmente con una città che seguì in massa le imprese dei rossoverdi. Il Liberati gremito, le famiglie che seguivano in trasferta i protagonisti di un calcio coinvolgente, aggressivo, spettacolare. Stadi presi d’assalto come quello di Celano ceduto interamente alla Ternana fino a quella giornata indimenticabile di Cesena. Perché il tempo non cancella i ricordi più belli.
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