Bandecchi-Lo Monaco: così diversi, così uguali…

Dopo un continuo rimpallo, durato per più di 24 ore è calato il silenzio.

Lo Monaco e Bandecchi si sono sfidati e si sono pizzicati. Hanno usato clava e fioretto, perché nel loro carattere non esiste la sconfitta.

Se le sono “date” senza esclusione di colpi, alludendo ma neanche troppo, a quello che era successo in passato e a quello che potrebbe succedere in futuro. Il fulcro della questione naturalmente è il ricorso del Novara, che ha permesso al Catania di essere ripescabile, almeno fino alla decisione dell’Atla Corte del Coni di congelare tutto a prima del ricorso e di decidere nel merito il 7 settembre. Insomma tutto quello che tifosi di Ternana e Catania sanno a memoria. Ma ognuno dal proprio punto di vista.

Il Catania si sente nel giusto (e non potrebbe essere altrimenti), la Ternana si sente nel giusto (e a nostro avviso con più ragioni del Catania). Ma è stata sicuramente una “guerra” fra giganti. Chi conosce Lo Monaco sa che è uno dei dirigenti più combattivi e passionari del panorama nazionale. Profondo conoscitore di calcio, grande accentratore, esperienza totale (calciatore, osservatore, allenatore, direttore e ora amministratore delegato) nel mondo calcistico. Autentico padre del Catania moderno (con la parentesi dovuta a una frizione con Pulvirenti proprio nell’anno peggiore dei siciliani). Bandecchi non è da meno: è un self made man, uno venuto dal basso che è arrivato in alto, uno che non ama perdere e che finché avrà una stilla di energia in corpo lotterà per vincere. Sono due passionari, due leader che si rivolgono alla loro gente. Due che sanno fare sarcasmo ma che non vogliono (allo stesso tempo) essere presi in giro. Paradossalmente due personalità simili.

Ecco perché sarebbe stato difficile smettere: ognuno dei due ha voluto rispondere. Per fortuna Bandecchi ha smesso per primo e con un sorriso (sebbene non si sia arreso): di questa ulteriore polemica non c’era bisogno e sarebbe potuta anche essere controproducente. Avrebbe dato una dimostrazione pubblica di divisione, prima di risolvere il problema più grande: ovvero il grande sopruso della B a 19 squadre deciso con un colpo di teatro.

È ovvio e naturale che poi Ternana e Catania sono “avversarie”: ma in merito alle loro posizioni deciderà Frattini il 7 settembre e il collegio difensivo della Ternana ha dimostrato (grazie anche alla tessitura diplomatica di Ranucci) che ha le carte in regola per poter ribaltare di nuovo la situazione e tornare abbondantemente in pista.

Ma la prima battaglia deve essere B a 22 altrimenti sarà tutto inutile. Anche se ormai è difficilissimo visto che la B è partita, senza troppi rimorsi di coscienza da parte di nessuno.

Rimane in bocca una grande amarezza: la stessa che ha spinto LoMonaco e Bandecchi a punzecchiarsi a suon di comunicati stampa. Perché entrambi sono partiti da lì: la voglia di vincere e di non sentirsi defraudati. Forse per questo sono così simili, seppur agli antipodi…