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Benny sulle orme di Allegri con il trequartista “diverso”

La Ternana ha bisogno di segnare più gol. Per fare questo c’è la necessità di avvicinare il suo uomo migliore alla porta avversaria. Partendo da questo presupposto, Benny Carbone ha lavorato tutta la settimana su una nuova soluzione tattica. Palumbo trequartista con Falletti punta. L'allenatore rossoverde non vuole stravolgere il sistema di gioco rinunciando al trequartista ma contro la Pro Vercelli si presenterà con un numero 10 diverso. Perché accostare Benny ad Allegri? Perché in Italia se c’è un allenatore che ha saputo trasformare in trequartisti i centrocampisti quello è sicuramente l’allenatore della Juventus. Ha iniziato ai tempi di Cagliari con Lazzari, poi ha proseguito al Milan con Boateng e Nocerino, arrivando poi in bianconero dove dietro le punte ha fatto giocare gente come Vidal e Pogba. Giocatori con qualità differenti e caratteristiche opposto ma tutti accomunati di un paio di specifiche: la capacità di andare in profondità senza palla, un buon controllo di palla e la disponibilità al sacrificio. 

Ad Allegri gli esperimenti sono sempre andati bene. Per dovere di cronaca va ricordato che al Milan aveva come centravanti Ibrahimovic mentre alla Juventus gente del calibro di Dybala, Tevez, Mandzukic ed ora Higuain. Stiamo parlando di fuoriclasse. Carbone forse ne ha uno solo a disposizione, per la categoria, ed è Falletti. Proprio per questo ha deciso di spostarlo più avanti perché non vuole che disperda energie fisiche e mentali per andare a rincorrere gli avversari. Lo vuole bello pimpante negli ultimi 16 metri. Ma ha anche bisogno di uno o più di uno capace d’innescarlo nel modo migliore. Ecco allora che la scelta è ricaduta su Palumbo. Il centrocampista della Sampdoria ha la capacità di verticalizzare con grande velocità, ha corsa, dal limite un paio di gol a stagione li ha sempre fatti ma soprattutto nasce centrocampista. Questo gli consente di avere i tempi di chiusura che, sulla carta, dovrebbero dare quell’equilibrio alla squadra nelle due fasi.

Gli esempi di prima non devono essere utilizzati come metro di paragone domani. Qualora fosse questa la scelta finale di Carbone bisognerà vedere soltanto se la squadra saprà mostrare segni di miglioramento al netto degli errori che, inevitabilmente ci saranno.  Si è ancora alla ricerca della soluzione per sbloccare la squadra in attacco. Questo è un esperimento e come tale va preso. L’idea di base c’è. Bisognerà dare tempo agli interpreti, tecnico compreso, per farla diventare realtà.

Alessandro Laureti

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