Caro Commissario, non dica che non lo rifarebbe
E così la Federazione, da questo pomeriggio ha un presidente, eletto all'unanimità o giù di li, che pone fine all'interregno del commissario straordinario Roberto Fabbricini, una delle figure forse più discusse della storia dei vertici calcistici, promosso da Malagò il 1° febbraio 2018 alla guida della Figc ed uscito fra mille polemiche e tanti plausi dopo meno di un anno in carica.
Le polemiche, lo sappiamo bene, sono quelle sollevate dalle squadre (Ternana inclusa) che avrebbero ambito al ripescaggio in Serie B, dalla Lega Pro più in generale, che si è vista stoppare più volte l'inizio di un campionato partito zoppo e che sta continuando sulla stessa strada, da Damiano Tommasi, presidente dell'AssoCalciatori, e da buona parte dei vertici dell'AIA, non contenti della improvvisa riduzione delle squadre in Serie B. Gli applausi, ovviamente, vengono dall'altra parte in causa, dalla Lega di B e dalle società cadette, che hanno beneficiato del blocco dei ripescaggi e del cambio in corsa (quasi al volo verrebbe da dire) della serie cadetta, passata da 22 a 19 squadre. Eppure, proprio questa rivoluzione decisa all'ultimo secondo, il giorno in cui Balata aveva deciso che si sarebbero stilati i calendari, nonostante tutto e tutti, non sembra convincere più Roberto Fabbricini che proprio oggi ha detto che se potesse tornare indietro forse non avallerebbe la scelta della B a 19, non tanto perchè non si necessitasse di una riforma, quanto per le conseguenze che ha creato. Ma tanto è ed è stato, e indietro non si può tornare.
Quello che vorremmo dire però al commissario uscente, con tanta umiltà e altrettanta onestà, è che ci sembra ingenuo, da parte sua, venire a parlare adesso di conseguenze, di meandri della giustizia sportiva, di stima per le società ma al tempo stesso di difficoltà di uscire da certe situazioni, come quella paradossale della Virtus Entella. Vede, commissario, che una decisione del genere potesse creare ripercussioni era piuttosto prevedibile, non tanto per la riforma in sè (per quanto un campionato a 19 squadre sembrerebbe molto scomodo da gestire, in vista di eventuali promozioni e retrocessioni), quanto per come la riforma stessa è arrivata. Sarebbe stato impensabile aspettarsi che la Lega Pro e le ripescabili accettassero una modifica al format della B avvenuta in poche ore, in barba alle regole e alle modalità prescritte, in barba ad una intera estate passata a presentare documentazioni e fidejussioni nella speranza di un posto in graduatoria. Non ci dica che non le piace la parola ripescaggio e che le cose vanno conquistate sul campo, ma non perchè non sia vero che una vittoria ottenuta sul manto verde dia una soddisfazione maggiore rispetto ad una ottenuta in tribunale per disgrazie altrui, ma perchè è stato lei a dare il via al processo per la presentazione delle domande di ripescaggio. Il fatto che lei dica che forse non farebbe di nuovo la scelta che, invece, ha portato avanti con tanta decisione e determinazione, non fa che aumentare il risentimento di chi in questa sua scelta si è trovato coinvolto, e aumenta gli interrogativi sul perchè allora lei abbia voluto con tutte le sue forze avallare ed accontentare una richiesta che, da più parti, le veniva indicata come un golpe, come una scelleratezza.
Ci perdoni commissario, non saremmo voluti tornare nuovamente su un argomento tanto dibattuto che, onestamente, ci è arrivato anche discretamente a noia avendone parlato per mesi interi, e le chiediamo scusa se ci siamo permessi di ribattere alle sue affermazioni, ma avremmo preferito che lei avesse sorvolato sulle sue perplessità, perchè a volte una bella bugia è meglio di una triste verità. Soprattutto quando è troppo tardi per porre rimedio.