Chiusa l’era Guida: molti rimpianti, poche soddisfazioni

Chiusa l’era Guida: molti rimpianti, poche soddisfazioni

Nicola Guida è stato uno dei presidenti più veloci della Ternana Calcio, della storia. Già da suo arrivo non era stato accolto con particolare entusiasmo, nonostante buona parte della tifoseria aveva sempre osteggiato Bandecchi.

I fatti sono stranoti, d’altronde la storia è recentissima, di 14 mesi fa.

All’inizio Guida si era presentato con Massimo Ferrero, che avrebbe dovuto fare da consulente. Ma il sodalizio non durò praticamente nulla. Giusto il tempo di incasinare ancora di più una situazione già difficile. Si iniziò formalmente la stagione con Leone ds e Andreazzoli allenatore, si partì immediatamente dicendo che bisognava vendere i giocatori più importanti e abbassare le spese. Al ritiro (posticipato di una settimana) da allenatore però c’era Lucarelli e qualche giorno dopo arrivò come ds Capozucca. Salvo poi cambiare nuovamente allenatore dopo 12 giornate. La Ternana cedette i suoi migliori giocatori e investì su dei giovani in prestito di grande prospettiva. La rivoluzione venne completata cedendo il più possibile, anche a costo di pagare buoneuscite.

La Ternana spende di meno, ma non troppo, e si ritrova una squadra completamente nuova, che ha bisogno di tempo per ritrovarsi.

L’epilogo della stagione lo conosciamo, nonostante i tanti punti fatti da Breda, nonostante un mercato di gennaio in cui sono partiti altrettanti giocatori importanti, nonostante il playout dominato all’andata. Per sopravvivere era necessaria la salvezza: e la Ternana però retrocede. Anche immeritatamente forse, ma retrocede.

Guida si trova costretto a vendere: economicamente la Ternana in C non è sostenibile e mentre affida la società a Foresti (cambiando nuovamente tutto il management) e la squadra ad Abate (Breda aveva il rinnovo in caso di salvezza) cerca soci o compratori. L’ultimo capito (Mancini, la penalizzazione e la cessione) sono cronaca, neanche storia.

Guida è stato un presidente gentile, educato, per bene. E’ stato un presidente con delle capacità economiche completamente diverse dal suo predecessore e certamente ha pagato questo raffronto. E’ stato un presidente che ha cercato di ricucire lo strappo emotivo che c’era con parte della piazza. E’ stato un presidente che ha sempre messo la credibilità, la serietà e la dignità davanti a tutto. Di sicuro non è stato un presidente fortunato e non è stato un presidente strategico.

Ha commesso due grandi errori, che probabilmente lui stesso, in cuor suo, sa che gli sono costati molto (a tutti i livelli). Ha pensato di poter ridurre i costi di gestione (parametrati alla potenza economica di Bandecchi) in troppo poco tempo. Ridurre i costi è possibile: in due anni, non in due mesi. E questo ha fatto salire l’impegno economico in maniera non indifferente.

Si è fidato non tanto di Mancini, quanto delle persone intorno, pensando di poter parzialmente rientrare dall’investimento fatto e di concedere alla Ternana un futuro. 

Per questo ha pagato a caro prezzo. Sia in termini di transazione con i nuovi proprietari (che hanno rilevato la società praticamente gratis, accollandosi le spese) sia in termini di immagine.

Sarebbe bastato poco (anche in mezzo a una stagione complicata e difficile) per avere un altro epilogo che Guida avrebbe meritato. Ma tante difficoltà iniziali, la confusione, la necessità di dover sempre rincorrere, hanno creato un ostacolo che alla fine è stato impossibile da saltare.

Ora Guida lascia, senza neanche un saluto “ufficiale”, in mezzo alla contestazione dell’ultima partita in cui è stato presente allo stadio. Non è riuscito a salutare neanche “prendendosi” il record della vittoria contro il Legnago che passa alla storia come la prima dei nuovi e non la sua ultima. Lascia anche parecchi soldi sul tavolo: i suoi. Lascia la Ternana (ahinoi) la Ternana con una retrocessione e con la penalizzazione e questo è quello che – probabilmente – gli fa più male.