Covid, caos nel calcio e le parole di Bandecchi: ecco perché ha ragione e cosa manca in B – VIDEO
Il presidente Bandecchi è stato molto chiaro ieri nei suoi interventi Instagram. E ha sottolineato un aspetto molto importante che fotografa l’attuale momento che stanno vivendo le società calcistiche.
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“Nel mondo del calcio è caos totale. Ancora una volta devo sottolineare che non ci sono delle decisioni precise e un piano di sviluppo economico-aziendale e questo è gravissimo”, queste le dichiarazioni del presidente e non possiamo far altro che sottoscriverle. Perché? Presto detto.
Se la Serie A ha dovuto rincorrere le emergenze dovute dal Covid, fra richieste delle ASL, ricorsi al TAR, chiarimenti sul protocollo (ma dopo lo svolgimento della prima partita), diminuzione delle presenze allo stadio (dopo la richiesta di Draghi a Gravina) e lo ha fatto in grave e colpevole ritardo, non è andata meglio alla Serie B.
Ad oggi, in una situazione di contagio decisamente più ampia che in Serie A (e con esigenze di calendario meno pressanti), la B ancora non ha deciso nulla. Lo farà ne siamo certi (anzi lo auspichiamo) ma avrebbe potuto farlo notevolmente prima.
La B è stata la prima Lega che si è fermata (anzi in Europa a lungo è stata la prima) perché, parola di Balata, era stata colpita dalla variante Omicron. E’ saltato il turno di Natale, due giornate sono state fatte slittare, ma con questo tempo “guadagnato” cosa si è fatto? Nulla.
Ora noi immaginiamo che la B segua la A. Quindi che sarà introdotta la norma delle 13 presenze (con almeno un portiere) pena lo 0-3 a tavolino e che anche la Lega B, se necessario, ricorrerà al TAR se delle ASL non volessero far disputare alcune gare per emergenza epidemiologica.
E immaginiamo anche che si possa prendere esempio dalla A anche per quanto riguarda le presenze allo stadio, visto che comunque il tetto delle 5mila presenze sarebbe sforato soltanto da 3/4 società. Giusto per dimostrare la stessa disponibilità mostrata dalla A.
Certo comunque sarebbe un’inversione di tendenza molto forte, rispetto al passato. La Lega di B, a differenza della A, ha spostato partite. Non ha mai avuto una linea intransigente con i propri affiliati. Ha sempre cercato di essere accomodante, nei confronti delle difficoltà che potevano venirsi a creare. Sarebbe un cambio deciso, netto. Forse auspicabile da prima, sinceramente. Quando con due o tre positivi comunque si riteneva opportuno intervenire e rimandare, tenendo in considerazione le indicazioni (anche discordanti) che arrivavano dalle ASL.
La A pensa di aver risolto il problema utilizzando la linea dura (che ha generato molti malcontenti): la B si accoderà? E allora – ci verrebbe da chiedere – visto anche l’aumento dei contagi rispetto al 20 dicembre, non sarebbe stato meglio tenere questa linea anche prima? Cosa è cambiato da allora?
Non ci risulta che siano stati presi dei provvedimenti per chiarire questi punti. I contagi sono aumentati (anche fra i giocatori), le vacanze (purtroppo) hanno fatto allargare le maglie dei controlli e hanno portato ancora più positivi negli spogliatoi. La situazione è più complicata ora che due settimane fa. Ma se si deve giocare si gioca.
Viene da chiedersi se non conviene però, invece di cambiare completamente rotta, non conviene magari aspettare che passi il picco, pretendere isolamento dalle squadre, magari porre l’attenzione sulla vaccinazione (anzi per meglio dire sul DL del Governo del 30/12, visto che è tutto scritto lì) in modo da essere ancora più sicuri che il virus possa circolare il meno possibile. Tanto la B non ha grossi problemi di calendario. E magari meglio giocare con alcuni nazionali in meno, o fare qualche turno infrasettimanale in più, che correre il rischio di doversela vedere ancora con il Covid. E ripartire davvero con maggiori sicurezze e con regole più chiare. Allora si, avendo una linea dura sul discorso dei rinvii e coordinamento ASL. Perché nel frattempo si è tracciata una strada.
Invece la nostra sensazione è che – come ha detto il presidente Bandecchi – si navighi a vista e non si riesca a governare il caos. La sensazione è che ognuno porti a casa quello che conviene a sé stesso, piuttosto che alla B in generale e al mo
vimento calcio. Beninteso: noi siamo “giochisti”, ma con regole chiare