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Dietro le quinte di una sconfitta. E la sindrome del Liberati ora continua…

Sembrava essere guarita la Ternana dalla sindrome del Liberati che tanto aveva fatto penare tecnico e tifosi nella prima parte di stagione quando, fino alla partita contro il Catania alla sedicesima giornata di campionato, le mura amiche non avevano mai visto uscire le fere con i tre punti in tasca. La partita di ieri contro il Vicenza è stata, invece, una ricaduta e grave, pure. La squadra è parsa involuta, incapace di creare gioco contro un Vicenza abile nel chiudersi senza esporsi alle ripartenze, orfana di Avenatti che, squalificato, ha costretto Tesser a schierare un attacco composto da Ceravolo e da un Bojinov non al meglio. E così la sindrome Liberati è tornata ad affacciarsi vivida e con i sintomi che l' avevano contraddistinta nella prima parte di stagione e che sembravano essere scomparsi nelle partite contro Modena e Crotone. Ma a cosa è dovuta questa difficoltà nelle partite interne?

Non è facile a dirsi. Il luogo comune vuole che quando una squadra faccia fatica ad ottenere il risultato in casa, subito, ciò venga associato ad una incapacità nell'imporre il proprio gioco. Forse, a ben vedere, tutto questo è vero. Infatti la Ternana riesce a dare il meglio quando è in grado di chiudersi e ripartire, magari sfruttando le fasce e gli appoggi di Felipe Avenatti, un punto di riferimento sui lanci lunghi, fattori che guarda caso ieri in particolare sono venuti a mancare come spesso accade quando arrivano squadre . Fermarsi ad una analisi del genere, però, è piuttosto semplicistico. C'è di più, infatti, dietro alla sindrome LIberati. I primi 10 minuti della partita di ieri sono piuttosto indicativi. Quando la Ternana scende in campo con il giusto atteggiamento, quello tanto richiesto da Tesser, che si giochi in casa, o in trasferta, non fa differenza. Il problema giunge, però, quando ci si abbassa troppo e si lascia campo all'avversario subendo passivamente l'iniziativa, senza poi riuscire a contrattaccare con efficacia incappando in un gioco sterile e senza sbocchi con nessuno che si prenda l'iniziativa di un dribbling o di una giocata in grado di scombussolare la squadra avversaria e pensare che qualcuno in grado di farlo la Ternana ce l'avrebbe. Inutile nascondersi dietro alla giustificazione dell'età, giunti a questo punto della stagione la scusa è trita e ritrita. Per la Ternana espugnare definitivamente il Liberati sarà fondamentale, da qui passa buona parte della salvezza. Per rialzarsi subito occorre trattenere il fiato e far passare questo maledetto "singhiozzo" di risultati già da domenica prossima, nella partita contro il Brescia. 

Federico Camilli

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