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Dominanti o speculativi: il dilemma di Cristiano

Le dichiarazioni di Lucarelli ci hanno messo in difficoltà. Interpretativa.

Partiamo peraltro da un assunto di fondo: non esiste la ricetta per vincere, altrimenti la utilizzerebbero tutti. Per arrivare alla vittoria si possono percorrere molte strade. Poi vincono comunque in pochi, ma possono vincere con idee diverse. E da sempre, o per lo meno da quando esiste la tattica, è così. Da Sacchi e Trapattoni a Guardiola e Mourinho. La storia del calcio è fatta di contrapposizioni, spesso anche esagerate, dettate più dalla necessità di catalogare piuttosto che da una “guerra” filosofica di fondo. Ma alla fine ci sono le convinzioni. Le proprie convinzioni. E ogni allenatore, giustamente, segue le sue.

Ora, Lucarelli ci spiazza. E’ difficile trovare un allenatore che decida in tre giornate del nuovo campionato di abbandonare il suo credo. Indipendentemente dal sistema di gioco adottato. Nella sua testa, nella testa del direttore, in quella del presidente c’era la voglia di vincere “dominando”. E’ stato così in C e non era scontato, nonostante la squadra fosse forte. Quante squadre forti non riescono a dominare?

In B la Ternana ci ha provato. Nelle prime tre partite sono arrivate tre sconfitte. Ma Lucarelli era comunque soddisfatto del lavoro. Non dei risultati, chiaramente, ma del lavoro sì, portando numeri e immagini a testimoniarlo. Poi – quando per necessità, quando perché costretto dall’avversario, quando per scelta – alcune caratteristiche sono venute meno e sono arrivati i punti.

Qui possiamo discutere se sia un caso oppure no, se gli aggiustamenti tattici (certamente) hanno portato tutti questi benefici. La Ternana oltre al sistema di gioco ha mutato, in alcuni frangenti, atteggiamento, giocando in maniera speculativa. 

Non entriamo nel giudizio: se è meglio o peggio, insomma. Quello che non capiamo è se davvero Lucarelli in 3 partite abbia cambiato idea e abbia sposato una filosofia diversa da quella in cui ha creduto dal primo giorno di Ternana. Ha detto di “essersi ritrovato solo”, di aver sognato di poter vincere con un altra mentalità, ma di doversi abituare alla B, dove difficilmente chi vince domina. O gioca. 

Per carità: può essere tutto legittimo. Come ha detto lo stesso allenatore della Ternana: "il fine giustifica i mezzi". Quello che non capiamo è invece se non sia un “si fa di necessità virtù”, ovvero: ora è così in futuro vediamo.

Perché abdicare a una propria idea, una propria filosofia, dopo un mese e mezzo di B? Per una mancanza di disponibilità del gruppo di lavoro, e quindi dei giocatori? Per un mancato apporto da parte della società? Per un’eventuale pressione della piazza se i risultati non dovessero arrivare?

Avremo modo di chiederglielo, magari anche a breve. Abbiamo la sensazione che sia una provocazione, per cercare una reazione, magari d’orgoglio.

Ma se la Ternana ha saputo modificare la propria identità, adattandosi ad avversari e categoria, noi la leggiamo come una grande capacità. Un’ulteriore base, da cui poter ripartire proprio per continuare a seminare lungo il solco già tracciato la scorsa stagione. Indipendentemente dal sistema di gioco: perché si può essere “dominanti” con il 433 (vedi Zeman e Sarri) o speculativi con il 4231 (vedi l’ultimo Allegri o Simeone) giusto per citare degli esempi stranoti a tutti.

L’atteggiamento in campo e i principi di gioco non dipendono mai dai numeri. Ma dalla mentalità. E per stessa ammissione di Lucarelli il carroarmato è in via di restauro, ma sta tornando.

Ternananews Redazione

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