Garritano, il bomber la promozione e i premi partita
Negli anni a cavallo dei Sessanta e Settanta, la Ternana aveva un vivaio da cui uscirono moltissimi giovani che poi successivamente avrebbero fatto delle ottime carriere. Molti di costoro provenivano dalla Calabria, e più precisamente da Scalea (CS) e zone limitrofe. Pensiamo a Longobucco, Cardillo, La Torre, Bagnato, Crispino, e Garritano.
E proprio quest’ultimo abbiamo incontrato per il numero di questa settimana di DAJE MO’. Garritano nasce a Cosenza il 23-12-1955 e cresce calcisticamente nella squadra del Morrone, una società dilettantistica della sua città natale. Il suo ruolo naturale è quello di attaccante. Arriva alla Ternana nell’estate del 1972 entrando a far parte della rosa della squadra Primavera. Nella stagione successiva, con Mister Riccomini, entra stabilmente in prima squadra, contribuendo con i suoi goal alla vittoria, per la seconda volta consecutiva, del campionato, riconquistando così la serie A appena perduta.
Serie A dove quindi esordì, sempre con Riccomini in panchina, nel campionato 1974-75. Durante quel campionato, e dopo la nuova retrocessione in serie B della Ternana, Garritano si trasferisce al Torino, che lo aveva acquistato nella stagione precedente e lo aveva lasciato a maturare nella Ternana, dove andrà a fare la riserva della famosa coppia di attaccanti Pulici-Graziani. Con il Toro si toglierà anche la soddisfazione di vincere uno scudetto. La sua carriera proseguirà con squadre di prestigio, come Atalanta, Bologna, Sampdoria (dove vincerà ancora un campionato di serie B), e Pistoiese. Ma prima di appendere le classiche scarpe al chiodo, torna nella sua amata Ternana, e con Mister Tobia alla guida, contribuisce alla vittoria del campionato 1988-89 di C2, dando così finalmente il via alla riscossa delle Fere, dopo anni ed anni di delusioni per l’ambiente rossoverde. Oggi Garritano vive a Cosenza, per molti anni è rimasto nel mondo del calcio, ed ancora oggi ne fa parte con il ruolo di Mediatore e Direttore Sportivo, dopo aver frequentato recentemente il Corso a Coverciano.
Signor Garritano, ci racconta di come ha cominciato a tirare calci ad un pallone?
"Sicuramente ero l’ultimo della mia famiglia che avrebbe voluto avere una carriera da calciatore! E questo al contrario dei miei numerosi fratelli che invece lo desideravano vivamente. Ho iniziato andando a giocare nella squadra del Popigliana, un quartiere della mia città, Cosenza. Poi sono arrivato al Morrone".
Il suo approdo in casacca rossoverde, come dicevo in fase di presentazione, rappresentò l’ennesimo caso di giovane calabrese che arrivava alla Ternana. Ci spiega i motivi?
“Mi misi in evidenza facendo una valanga di goal con il Morrone. Feci dei provini con la Juventus ed il Napoli, ma non fui preso, poi lo feci anche per la Ternana, con lo zio di Cardillo e con Mister Andreani, il quale era l’allenatore della Primavera. Al primo mio anno in rossoverde, Mister Andreani fu criticato per la scelta di portarmi alla Ternana, dato che feci un vero e proprio flop, anche a causa di una preparazione veramente dura, massacrante. Ma al secondo anno feci faville, ed ebbi una vera e propria esplosione, realizzando una ventina di goal! In occasione del derby contro il Perugia, del campionato Primavera, venne a vedermi l’allenatore della prima squadra, Mister Riccomini, ed in quell’occasione realizzai due reti, contribuendo così alla vittoria per 3-0 contro i cugini biancorossi. Da quel giorno Riccomini mi portò in prima squadra, pur continuando a scendere in campo anche con la squadra Primavera”.
Nel suo primo anno a Terni ebbe modo di conoscere Mister Viciani, con il quale la Ternana aveva appena vinto il campionato di serie B. Lei faceva parte della rosa della “Primavera”, o comunque si allenava con la prima squadra?
“Ero in prima squadra ma giocavo titolare nella formazione Primavera”.
Con la retrocessione in serie B, e l’arrivo sulla panchina di Mister Riccomini, lei arriva in prima squadra e contribuisce con i suoi 7 goal alla vittoria del campionato. Che ricordi ha di quella stagione?
“Come non potrei definirli meravigliosi? Io ero nella formazione Primavera, però, come ho già detto, a metà stagione Riccomini mi portò in prima squadra. Così però non avevo diritto ai premi-partita, ma i miei compagni di squadra si tassarono per poterli dare anche a me. Eravamo veramente un gruppo molto legato ed affiatato, e questo particolare appena raccontato, è la dimostrazione che ciò corrispondeva a verità”.
Il suo primo goal con la maglia rossoverde fu in Ternana-Parma 3-0 (17-02-1974). Ricorda le sue emozioni di quel giorno?
"Che emozione il solo ricordo! Al mio goal ho “sentito” l’intero Liberati venire giù! Da quel giorno ho sempre avuto un rapporto bellissimo con i tifosi rossoverdi, ed io mi sento un ternano di adozione".
Immagino che ricorderà anche con immenso piacere il suo secondo goal della stagione, quello realizzato nel derby contro il Perugia (2-0, il 07-04-1974). Giusto?
“Come potrei non ricordare un goal realizzato in un derby contro i grifoni, ben sapendo cosa significa questo per il tifoso rossoverde! Inutile dire che anche quella fu un’emozione indescrivibile”.
In quella squadra c’erano due suoi “rivali”, bomber già affermati, come Jacomuzzi e Prunecchi. Che rapporto aveva con loro?
“Avevo con entrambi un rapporto meraviglioso. Loro avevano più esperienza di me, e mi davano continuamente dei consigli, stimolandomi a fare sempre meglio. Di questo aspetto gliene sono veramente grato e riconoscente”.
Si aprirono quindi le porte della serie A, e per lei che aveva solo 19 anni immagino sia stata una grandissima soddisfazione professionale.
“Dopo un anno di calcio professionistico ero arrivato in serie A. Una soddisfazione incredibile. Ricordo che avevo dei disturbi muscolari, e durante un’intervista con alcuni giornalisti nazionali, sulle mie gambe scrissero le cifre che il Torino aveva sborsato alla Ternana, definendomi “l’uomo d’oro”.
Nel campionato 1974-’75 di serie A, si ritrovò a fare la riserva di altri due bomber già affermati: Petrini e Traini. Eppure riuscì a ritagliarsi il suo spazio, con la metà delle presenze e 3 goal realizzati. Una stagione comunque positiva, a livello personale?
“In quel campionato ero titolare ma ebbi diversi infortuni muscolari. Ero già stato ceduto al Torino, che però mi lasciò per un anno ancora alla Ternana. Questo però non mi impedì di realizzare un goal proprio a Castellini nella partita di andata (Torino-Ternana 1-1, il 03-11-1974). Un goal proprio al “mio” Toro, nello stadio dove avrei giocato l’anno successivo: che soddisfazione!”.
Purtroppo le cose, nel campionato di serie A, non andarono come tutti avevano sperato. Secondo lei quali furono gli errori che portarono a quella stagione fallimentare con conseguente immediata retrocessione?
“Credo che la Società non fece gli investimenti giusti, acquistando qualche giocatore adatto alla serie A, ed inevitabilmente la conclusione non poteva essere che quella. Io credo fermamente che con 2/3 pedine importanti avremmo potuto dire la nostra, e probabilmente il finale sarebbe stato diverso da quello che invece è stato”.
Nei suoi primi due anni in rossoverde, quale fu l’avversario che gli creò più problemi in campo, quello che potrebbe definirsi senza nessuna ombra di dubbio con l’appellativo di “bestia nera”?
“Devo essere sincero. In serie A ho avuto sempre problemi con Gentile, dato che soffrivo tremendamente la sua marcatura ad uomo, tipica di quegli anni. Però in serie B non ero io che dovevo preoccuparmi, ma erano sicuramente i miei marcatori! Ricordo la partita contro il Novara al Liberati (1-0, il 21-04-1974), mi marcava il loro stopper, Udovicich. Non riusciva a tenermi, e dopo 15 minuti era del tutto “scoppiato”! In quella partita realizzai anche il goal della vittoria”.
Con la retrocessione in serie B della Ternana, lei approdò al Torino, dove vinse subito lo scudetto, pur facendo la riserva alla “coppia magica” Pulici-Graziani. Non le chiedo nemmeno quanto dispiacere poté provare nel lasciare la Ternana…
“Anche in questo caso devo essere sincero. Ero dispiaciuto per il fatto di lasciare la Ternana, dove ero cresciuto professionalmente arrivando al calcio che conta, però l’idea di andare al Toro, che in quegli anni era una delle Società più prestigiose del calcio italiano, non poteva non rendermi felice! E poi, al primo anno, riuscire nell’impresa di vincere lo scudetto: una gioia immensa!”.
Nell’estate del 1988 torna in rossoverde. La Ternana era una “nobile decaduta”, partecipava al campionato di serie C2. Ma proprio quel campionato rappresentò la stagione del riscatto per i colori rossoverdi. Quali furono le motivazioni che la portarono a scegliere ancora le Fere in chiusura di carriera?
“Negli anni appena precedenti avevo giocato con il Sorrento e con il Latina, realizzando un buon numero di marcature. Però io sognavo di chiudere la mia carriera nella Ternana, da dove ero partito. Mi chiamò Doto, che aveva firmato per la Ternana, il quale mi propose di tornare a vestire la casacca rossoverde. Mister Tobia, prima di prendere una decisione definitiva, mi volle provare in una amichevole. Avevo quasi 33 anni, però si convinse subito a farmi firmare il contratto, e così realizzai il mio sogno. Di quell’anno, la soddisfazione maggiore fu il fatto che piano piano riuscimmo a riempire lo stadio. Ed era C2!”.
Quella Ternana era guidata da Tobia, detto “Lu Cinghiale”. Che rapporto aveva con il mister?
“Con lui ebbi un rapporto sincero e schietto, fatto spesso di screzi, perché Tobia era un duro, ma io avevo quasi 33 anni ed una bella carriera alle spalle, e quindi non accettavo certo ben volentieri l’esclusione dalla rosa della squadra. Però, in quelle poche occasioni che accadde, nella partita successiva riuscivo sempre a realizzare dei goal. Fu così che lo convinsi a non escludermi troppo spesso! Sotto l’aspetto umano, Mister Tobia era un vero motivatore, ed intorno a lui riuscì a creare un gruppo vero e molto affiatato”.
Ricorda le sue emozioni nello spareggio di Cesena, contro il Chieti, davanti a 15.000 tifosi rossoverdi?
“Mamma mia, quali emozioni indimenticabili! Ricordo prima di tutto il caldo tremendo, però come si può dimenticare lo spettacolo di quel tifo appassionato? Tutta quella gente che arrivò con tutti i mezzi da Terni. I cesenati, vedendo quello spettacolo, quasi non credendo che fosse uno spareggio di C2, ci dicevano: “avete già vinto 1-0!”. Però personalmente di quel giorno ho un grande rammarico. Mi feci male al ginocchio sinistro e fui costretto ad uscire, non potendo vivere così le emozioni del finale di partita”.
Infine, per concludere: c’è una maglia della Ternana che avrebbe voluto conservare per tutta la vita, magari per farla vedere agli amici e raccontargli di quella volta che…?
“Veramente ce l’ho! Magari con i buchi, però conservo gelosamente la mia maglia di lana con cui esordii in serie B con la Ternana, così come conservo tutte le maglie delle squadre in cui ho militato”.
La carriera di Garritano in rossoverde:
1973-74(Serie B):Presenze in campionato:19,Goal realizzati:7 Presenze in Coppa Italia: 0, Goal realizzati: 0
1974-75(Serie A):Presenze in campionato:18,Goal realizzati:3 Presenze in Coppa Italia: 2, Goal realizzati: 1
1988-89(Serie C2): Presenze in campionato: 30, Goal realizzati: 9 Presenze in Coppa Italia: 4, Goal realizzati: 0
La carriera di Salvatore Garritano:
1973-75: Ternana presenze: 39, goal: 11
1975-78: Torino presenze: 20, goal: 2
1978-80: Atalanta presenze: 35, goal: 8
1980-81: Bologna presenze: 27, goal: 6
1981-82: Sampdoria presenze: 31, goal: 4
1982-85: Pistoiese presenze: 86, goal: 19
1985-86: Omegna presenze: 23, goal: 4
1986-87: Sorrento presenze: 14, goal: 4
1987-88: Latina presenze: 26, goal: 7
1988-89: Ternana presenze: 34, goal: 9
Marco Barcarotti
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