Gnahoré, non è finita. Nelle prossime ore si discute il ricorso della Ternana. Ecco come
Va bene, non sarà un argomento elegante né tantomeno la mossa preferita della società. Ma ribadiamo un concetto: se la Ternana dovesse retrocedere per tre punti come la vivreste? Ecco peché il ricorso, nonostante il derby perso e il primo giudizio negativo del giudice sportivo.
La Ternana non si arrende perché studiando le carte pensa di avere ragione. Gnaohre non poteva essere tesserato per il Perugia. E le motivazioni che ha addotto il Giudice Sportivo per rigettare il ricorso rossoverde non sono complete. Cerchiamo di fare ordine e di capire nello specifico cosa farà la Ternana.
Intanto ha fatto un ricorso alla Corte Federale d’Appello che verrà discusso nelle prossime ore.
Il primo punto su cui verte il ricorso è la violazione al diritto alla difesa visto che il giudice sportivo non ha neanche conesso i due giorni canonici per deposito materiale di documenti prima di pronunciarsi (a parti invertite il Perugia avrebbe fatto annullare la decisione immediatamente). Se questa eccezione dovesse venire accolta allora l’ufficio tesseramenti dovrebbe pronunciarsi su un caso UNICO e il processo rinizierebbe dal primo grado.
Comunque vada la situazione di Gnahoré infatti non ha precedenti, almeno in Italia. Nel merito infatti il Giudice Sportivo non ha detto che la Ternana ha sbagliato il conteggio dei tesseramenti (ovvero 4, Carpi, Napoli, Crotone e Perugia, invece dei tre consentiti) ma che il tesseramento al Napoli non deve essere conteggiato.
Questa valutazione il giudice sportivo l’ha fatta su pareri FIFA rialasciati non su casi analoghi a Gnaohré (ma per tesseramenti di giocatori provienienti da altre federazioni, in cui il campionato era fermo, e quindi la stagione sportiva finita).
Inoltre, se si dovesse accettare la strada del tesseramento tecnico (motivo per cui il passaggio al Napoli dovrebbe non essere conteggiato) a parte il fatto che non esiste nell’ordinamento sportivo questo status, è una pratica che deve essere utilizzata in maniera assolutamente eccezionale e non due volte (come è successo per Gnaohré) in pochi mesi.
Senza contare che per tesseramento tecnico si intende un passaggio obbligato alla società di appartenenza del cartellino per consentire un passaggio (in questo caso per esempio dal Crotone al Perugia) con io consenso del Napoli. In questo caso la natura del prestito è stata cambiata: a Crotone era prestito secco, a Perugia biennale con valorizzazione. Insomma tornare a Napoli non è stato uno scalo tecnico ma ha permesso ad una società (Napoli) di cambiare le condizioni del prestito.
Insomma: al di là del visto d’esecutività della Lega (che non pone affatto al sicuro nessuna società in tema di penalizzazioni o quant’altro) la situazione rimane aperta. E la Ternana pare assolutamente convinta delle proprie ragioni.
Stavolta con meno riflettori rispetto a prima, ma per far valere i propri diritti il ricorso prosegue…