E' già qualche minuto che fisso il foglio bianco di word. Le parole fanno fatica ad uscire spontanee perché questo non è un articolo né vuole esserlo. Allora faccio un gioco, provo a far finta che il foglio sia un semplice telo sul quale proiettare il “mio” Ernesto. Spesso, dopo un tuo occhiolino, ti ho chiamato “Zio” tante altre volte semplicemente “Erny”. Molti mi hanno chiesto in questi anni cosa fossi tu per me. A tutti ho risposto: un esempio. Dopo papà sei stata la figura maschile più importante della mia vita. Nella gran parte dei ricordi più belli della vita dei Laureti ci sei tu con la tua famiglia. Per questo ti dico grazie. Grazie per avermi dimostrato con i fatti che “nothing is impossibile” è vero, ma soprattutto che, se si ama una persona, una famiglia, beh allora non ci sono distanze che tengano o ostacoli insormontabili. E' chiaro, nella vita ci vuole fortuna, ma anche quella faccia tosta che non hai mai nascosto di avere e che ti ho sempre invidiato. Mi considero fortunato perché ho avuto la gioia di conoscerti e di trascorrere momenti indimenticabili con i te, con Oretta, con Ellida, Elisabetta e Letizia in quella che ho sempre considerato una famiglia allargata.

Avrei potuto mettere nero su bianco qualche aneddoto ma ancora non ce la faccio. Mamma mia che fatica scrivere queste poche righe, ma è perché già mi manchi tanto.