Parliamoci chiaro e fuori dai denti. Ora Felipe deve dimostrare di essere uno da A. Deve dimostrare di meritarla la massima categoria. Sul campo. A suon di gol. Trascinando questa Ternana lontano dalle zone basse della classifica, prendendola per mano, sulle spalle, sul suo sinistro. Dove meglio crede. Ma ora la Ternana ha bisogno di lui.
Sono passate troppe partite (7) senza neanche un gol. E soprattutto senza che Felipe sia stato protagonista se non in negativo, purtroppo per lui e per noi. Qualche gol sbagliato, ma soprattutto, quello che balza di più all’occhio, è la carenza in zona tiro. Insomma: quell’Avenatti che risolveva le partite, anche da solo, la scorsa stagione, soprattutto in avvio non l’abbiamo ancora visto.
E sappiamo, sicuramente, che il primo a essere rammaricato è lui. Che non riesce a fare il colpo, che non si sente a posto. L’assenza del gol per un attaccante può essere un bel problema, un tarlo che ti scava nella testa, che ingigantisce le piccole crepe nelle certezze, quando invece dovrebbe succedere il contrario. Un loop, un circolo vizioso, la scimmia sulle spalle.
Probabilmente, ma questa è la nostra lettura, Felipe paga una preparazione non svolta al 100%. Per lui non vale il discorso di tanti ragazzi in rossoverde che non hanno potuto fare la preparazione per intero. Lui c’era dall’inizio. Ma non c’era al 100%. Un’estate passata a pensare al trasferimento, alla serie A (Frosinone), alla corte del Cagliari durata più di 40 giorni. La proprietà è stata chiara: o arrivano i soldi che Felipe vale, oppure Avenatti non si tocca. E così per uno alto 195 cm rientrare in forma diventa più difficile. E comincia quel loop di cui parlavamo poco fa.
Ma, senza voler essere presuntuosi, sinceramente non ci sembra molto meglio di Terni la soluzione che avrebbe avuto Felipe. A Frosinone non sarebbe stato titolare, e comunque sarebbe stata una serie A diversa. Con il coltello fra i denti, sempre. Ogni partita una battaglia e con le speranze di salvezza ridotte al lumicino. Discorso simile anche a Cagliari. Il parco attaccanti dei sardi è di primissimo ordine: pensate che sia Giannetti che Cerri fanno panchina. Conquistarsi il posto da titolare sarebbe stata una bella impresa. Certo direte voi, per un giocatore meglio una piazza importante che una in cui (soprattutto ora) si soffre in fondo alla classifica. Ma siete sicuri? Quanti attaccanti hanno spiccato il volo dopo un’ottima stagione in una piccola? E allora il modo migliore per Felipe di conquistarsi la tanto sognata serie A è fare bene, anzi benissimo con la Ternana.
Ed è un discorso che ormai diventa un obbligo. Perché se Felipe stecca, ora, rischia di compromettere anche il suo futuro. Le sue qualità (tecniche e fisiche) sono assolutamente fuori discussione. Quello che manca, adesso, è la convinzione e il carattere. E’ la capacità di diventare leader. Di diventare indispensabile. Nel ruolo che preferisce, con le giocate che sa fare. Ma soprattutto ora che mancherà Ceravolo in questo periodo di campionato molto delicato, Felipe deve dimostrare di essere un giocatore di altra categoria.
E, sempre a nostro avvisto, fa bene Breda a dargli tutta la fiducia di questo mondo. Senza farsi prendere dall’ansia. Cercando di togliere ad Avenatti tutte le pressioni. “Ragazzo, io credo in te”, questo in soldoni il rapporto che il nuovo allenatore rossoverde ha voluto instaurare con il gigante buono della Ternana. Sapendo che i punti passano dalle sue giocate, sapendo anche che la sua panchina passa dal suo sinistro. L’unico modo possibile prima di metterlo spalle al muro di fronte alle proprie responsabilità. E non dimentichiamoci che Felipe è pur sempre un classe 93: 22 anni. E’ vero, è alla terza stagione in Italia, ma questo non significa nulla. E forse non a caso la sua migliore stagione è stata quando non solo ha avuto fiducia ma anche un allenatore per tutta la stagione.
Ecco perché Breda, con la sua calma, dimostrata in tutte le occasioni, speriamo sappia toccare i tasti giusti. La Ternana, tutta la Ternana, ha bisogno di Avenatti. E lui ha bisogno della Ternana. Speriamo solo che Bari sia la volta giusta. Quella del riscatto. Per dimostrare a tutti che il vento è finalmente cambiato.
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