E’ certamente uno degli allenatori più vincenti della storia della Ternana. Probabilmente uno dei più richiamati (forse può batterlo Tobia) e quindi contestualmente anche uno dei più esonerati!
Quest’ultimo saluto, dopo i primi due, è quello più “scontato”.
Di fronte ai risultati non si poteva fare altrimenti. Il calcio è questo: conta la classifica. In un momento così complicato e difficile non serve neanche la prestazione (come abbiamo sottolineato anche contro il Venezia la squadra non ha fatto male): servono i punti.
E nel calcio, si sa, se i punti non arrivano i primi a pagare sono gli allenatori. Conta il presente e non la storia. Conta sperare di avere un cambio di rotta, cambiando la guida.
Lucarelli chiude questa avventura con la Ternana con una sola vittoria in 12 partite (13 se consideriamo la coppa Italia) e addirittura 8 sconfitte, un ultimo posto in classifica e tanti rimpianti. Lucarelli saluta per la terza volta e per la prima invece viene fischiato alla fine della partita contro il Venezia.
Bisogna essere intellettualmente onesti. Pensare che le responsabilità di questo terribile avvio di campionato siano solo sulle spalle dell’allenatore è una bugia. Sarebbe troppo semplice. Di sicuro ci sono le sue responsabilità, senza dubbio. La prima su tutte quella di essere stato sempre troppo realista, rispetto alle potenzialità di questa squadra. Finché veniva fatto negli anni precedenti si arrabbiava Bandecchi. Ora la sensazione è che ne abbia risentito prima la squadra e poi l’ambiente. Poi eventualmente arrivano le responsabilità di “campo”: qualche scelta, qualche strategia. Non c’entra niente la fortuna o la sfortuna. L’episodio in più o in meno. Fa parte del calcio e alla Ternana se non hanno girato ci deve essere un motivo. E il motivo non è solo uno.
Sicuramente Lucarelli è stato anche un bello scudo per questa nuova società. E’ stato il primo sostegno, a cui appoggiarsi, nell’inizio burrascoso. In maniera molto brusca, forse anche troppo, lui stesso ha detto che è tornato a Terni (dopo la risoluzione con Andreazzoli) perché nessun’altro aveva accettato di arrivare con quel clima di incertezza. O che bisognava trovare 4 squadre inferiori per salvarsi. Si è trovato bene con Guida nel primo approccio e viceversa. Così inizia il Lucarelli 3.0. Inizia la trasformazione anche della Ternana a livello societario: via Leone, dentro Capozucca. Inizia la trasformazione a livello tecnico: via la maggior parte dei giocatori della passata stagione. Quasi tutto in un mese. Sotto il cappello della necessità di risparmio si smantella una squadra, senza risparmiare poi così tanto (anzi). E la squadra viene assemblata con tanti prestiti, tanti giovani e qualche svincolato.
Gli “over” arrivano da squadre retrocesse più Dionisi (o come Mantovani e Favilli facevano parte della scorsa Ternana), il resto sono tutti giovani, la maggior parte dei quali alla prima esperienza in B. Attenzione: questo non significa che la Ternana sia una candidata per la retrocessione sicura. Ma che cambia lo status. La squadra cambia profondamente, tanto. Sia come organico, che come filosofia che come obiettivo. E’ una squadra anche interessante, ma che ha bisogno di tempo e di tempo non ce n’è. Bisogna peraltro vincere delle scommesse e non sempre ci si riesce.
Si parla più di quello che c’era prima e che ora non c’è. O il contrario. Se è meglio Guida o Bandecchi, se è più bravo Leone o Capozucca, se la società è solida. Si diventa tifosi di una parte piuttosto che di un altra: meglio il rosso o meglio il verde, insomma.
Nel frattempo la Ternana (per farla breve) ha segnato molto meno di quanto avrebbe dovuto e ha incassato di più. E non ha fatto punti. E agli applausi, alle speranze delle prime giornate, si sono sostituiti i fischi. Lucarelli è sempre stato divisivo, dopo le litigate con Bandecchi. Anche qui “tifoserie” contro. Tanto è vero che se fosse rimasto Bandecchi, non sarebbe rimasto Lucarelli. Dalla lettera in poi il rapporto si era deteriorato. E probabilmente anche richiamarlo per il post Andreazzoli (in una stagione kafkiana, con la questione della cessione in sottofondo e le elezioni in vista) è stato deleterio. Da allora Lucarelli ha visto crollare i suoi numeri.
Ora si conclude definitivamente un’era. La Ternana dello scorso anno non c’è definitivamente più. Non c’è più nella rosa (se non nella minoranza degli elementi), non c’è più fra i vertici dirigenziali, non c’è più in panchina. Forse si smetterà anche di parlare di altro e ci si concentrerà più che sui paragoni sul campo. Si riazzererà tutto. Non esiste una ragione, una fazione: esiste solo la Ternana.
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