Pezzo di Gianluca Fabi (*)
Il calcio nel caos e l’ostinata voglia del Presidente della Lega di imporre la sua idea di calcio al mondo, che nel frattempo ci guarda attonito.
Mi spiace scomodare un poeta come Fabrizio De André, ma i fatti e il nome del Presidente della Lega di B, mi hanno ispirato quest’articolo, perché la legittima testardaggine dei vertici della serie cadetta e dei prodi Presidenti delle società di calcio che ne fanno parte, mi ha ricordato la storia raccontata nella canzone del cantautore genovese dal titolo “ la ballata dell’amore cieco”.
Un uomo onesto un uomo probo, inizia così il testo del brano, che narra le incomprensibili gesta di un uomo innamorato, che per far piacere alla sua donna, uccide sua madre e alla fine anche se stesso, in nome dell’amore e delle folli richieste della sua amata. Come somiglia la ballata ironica di De André a questa surreale storia dei ripescaggi. Senza episodi sanguinosi, ci mancherebbe. Non c’è ovviamente la stessa ferocia per carità, ma l’amore incondizionato di Balata per le sue idee e per quelle esposte dai “suoi” Presidenti della serie B, li porta a “mutilare” i calendari, le passioni, le emozioni di tanti tifosi, che rivendicano una cosa molto semplice: un sacrosanto diritto. “Gli disse portami domani, il cuore di tua madre per i miei cani” e lo sventurato protagonista della canzone esaudisce questo macabro desiderio della sua amata. Perché lo fa? Ci chiediamo mentre ascoltiamo la voce di De André. Perché ostinatamente si continua ad andare avanti quando un giudice terzo, un tribunale, ti dice non farlo, ti scrive che è tutto sbagliato, che ti sei innamorato dell’idea sbagliata, mentre tu insisti nel nome del Santopadre, del figlio e dello spirito santo. La Balata dell’amore cieco non è ancora completata, manca l’ultima strofa.
La scriverà il Consiglio di Stato, mentre il Presidente della Figc Gravina, che ha una passione per Dante Alighieri, è, infatti, produttore del musical sulla Divina Commedia, sta cercando di far capire che l’amore sano, quello vero e non autodistruttivo, si trova nei versi di un altro sommo poeta e recita così: “Amor che nella mente mi ragiona cominciò egli a dir si dolcemente che la dolcezza ancor dentro mi suona.” Suonano i versi di Dante come musica e lanciano un messaggio preciso, l’amore deve essere ragionato per poter eprimere tutta la sua dolcezza e la sua forza, altrimenti si trasforma in cieca obbedienza a chi oggi ti dice di amarti solo per i propri interessi. State tranquilli profeti del 19, le Fere non devono farvi paura, sono come Don Chisciotte, si arrabbiano solo per le ingiustizie, non barricatevi nel vostro buio campionato, le Fere porteranno gioia e colore, senza rancore.
*Gianluca è il direttore di Radio Cusano, nonché responsabile della comunicazione dell’Università. In questi mesi ha seguito da vicino, per evidenti motivi, le sorti della Ternana. E ne è diventato tifoso: oggi pubblichiamo volentieri questo suo articolo
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