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L’uscita a vuoto di Pochesci: interessi pubblici e privati

Di tutto sentivamo la mancanza meno che dell’ennesima, inutile, polemica in casa rossoverde. Sicuramente non inutile per Pochesci, che evidentemente sentiva la necessità di dover esternare il suo pensiero, ma per noi sì.

Si riapre una guerra personale, fatta di episodi, incomprensioni, rivalità che affondano nel passato (anche dai tempi di Fondi): di recriminazioni, di incompatibilità, di accuse pesanti.

Una guerra che non solo ora non c’entra nulla con i problemi della Ternana e che rischia invece di infilare (non tanto la squadra o la società, ma la tifoseria) in un’inutile “ha ragione tizio o ha ragione caio”.

Non vale neanche la pena entrare nello specifico nelle parole scagliate da Pochesci contro Ranucci (immaginiamo ci penserà eventualmente l’avvocato) o nella rivisitazione della sua annata. Significherebbe riaprire (o aprire) vecchie ferite o situazioni da cui non ne usciremo fuori. Significherebbe prestarsi al pettegolezzo, alla fazione, alle sfumature a una guerra di quartiere che non finirebbe mai. Significherebbe entrare di fatto in una lite famigliare e prendere le difese della moglie o del marito… E si perderebbe di vista il problema generale.

Non vogliamo neanche entrare – nonostante la difesa della categoria – sui presunti giornalisti prezzolati a cui fa riferimento Pochesci: semplicemente non crediamo sia possibile.

Quello che però ci spiace profondamente è che Pochesci abbia rotto il suo silenzio (che durava da un anno almeno) sulla Ternana per attaccare. Ci sarebbe piaciuto un “forza Ternana”, ci sarebbe piaciuta una bella ventata del suo entusiasmo e della sua sfrontatezza. Del suo ottimismo. Magari per ridare fiducia a un ambiente sicuramente depresso che di tutto aveva bisogno meno che dell’ennesima polemica. Insomma un intervento per “costruire” e non per distruggere. E invece – in un momento così difficile – ha prevalso la sua rabbia personale piuttosto che il suo amore per i colori rossoverdi.

Tutti a Terni – come dice proprio Pochesci – sapevano che non correva buon sangue fra presidente e allenatore. E nessuno in questo anno (dall’esonero di Pochesci ad oggi) a Terni ha mai interrogato i protagonisti sull’argomento perché semplicemente non era utile a nessuno.

Si tratta di rapporti personali, non di questioni pubbliche. Che – per carità – possono incidere anche sulle prestazioni della squadra. Ma che non possono far retrocedere nessuno. Se la Ternana è retrocessa le cause sono molte, non certo solo il rapporto conflittuale fra Ranucci e Pochesci. Come non è possibile che tutto quello che sta succedendo quest’anno sia solo colpa di Ranucci (a Palermo con il presidente agli arresti domiciliari e gli stipendi mai pagati sono comunque primi in classifica, giusto per fare un esempio…). Di rapporti conflittuali fra allenatori e presidenti (sinceramente) è pieno il mondo. Soprattutto dopo gli esoneri, che sicuramente sono un evento traumatico. Ipotizziamo che adesso non corra buon sangue neanche fra De Canio e Ranucci, ma De Canio (come Pochesci all’inizio) non ha detto mai nulla, anzi…

L’ex allenatore rossoverde ha parlato in una tv perugina, chissà forse convinta di fare un grande colpo, di innescare chissà quale tipo di polemica o di fare chissà quale scoop. Possiamo anche credere alla buona fede, anche se qualche dubbio in fondo ci rimane. Sai che se chiami Pochesci in diretta ti puoi aspettare di tutto. Nel bene e nel male. E sinceramente non basta dissociarsi in diretta e concedere a Ranucci l’eventuale replica (ci mancherebbe pure!). C’erano due colleghi-amici in studio che non hanno commentato le parole di Pochesci. Né in positivo, né in negativo (ma a giudicare dalle loro facce non sembravano particolarmente entusiasti).

Ranucci al momento non commenta. Né ufficialmente, né informalmente.

Sarebbe il caso che tornassimo a pensare al campionato dopo questo intermezzo da soap-opera. Una vicenda alla “Icardi” in salsa rossoverde, che distoglie i pensieri dalla problematica più ampia.

Una squadra in crisi di identità che deve al più presto trovare la strada della tranquillità. A partire da domani contro il Rimini.

Ora che la Ternana è in difficoltà è facile “sparare”. Sparano tutti: contro Ranucci, contro Leone (basta guardare alcuni “opinionisti” nazionali), contro gli ex allenatori, contro Bandecchi, addirittura i club dei tifosi che si perdono in sterili polemiche. Ma chi ci rimette quando la Ternana fallisce è il tifoso. Solo il tifoso. L’innamorato della Ternana. Che è stufo di questa situazione. Che vorrebbe vedere i fatti, non ascoltare le chiacchiere… Veniamo da un anno e mezzo di fallimenti: sarà ora di smettere?

Sarà ora di tirare fuori l’orgoglio, di dimostrare quell’animo da Fera che non abbiamo più visto in campo? Sarà ora di non farsi prendere in giro da nessuno? Di tirare fuori gli attributi?

Ternananews Redazione

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