Porte chiuse, concentrazione massima, carte mischiate, strigliate, affetto dei tifosi, rassicurazioni dei giocatori. Paura, grinta, voglia di riscatto, rabbia, determinazione, dubbi. Tutto questo, nella settimana di vigilia, è stato scritto, detto, affermato: c'è, a Perugia. Un derby per ripartire, per salvare faccia, campionato e panchina: in due parole, da non fallire.
Come sta il Perugia? Non bene. La sfida di Terni può esser vista da molti punti di vista, soprattutto per quanto riguarda la sua tempistica: l'occasione per rilanciare una stagione o un colpo da quasi-KO. I problemi ci sono, evidenti e ingombranti. Bisoli sa tutto: sa delle sue magagne e sa di giocarsi il suo futuro in un Liberati che, di certo, non ha a cuore nè lui, nè i suoi. E con queste certezze – che certezze non sono – ha lavorato in settimana.
Come? Provando di tutto, alla disperata ricerca del giusto cambiamento. Perchè un cambiamento è necessario, quantomeno davanti, dove si sono visti, senza esagerare, 5-6 assetti diversi.
Andiamo con ordine: la difesa, la migliore del campionato insieme a quella del Lanciano, è stata confermata in blocco. Sempre linea a 4, davanti a Rosati sempre Del Prete-Volta-Belmonte-Rossi. Quest'ultimo è in vantaggio su Alhassan: un ragazzo interessante e in rampa di lancio, un giocatore dalla spiccata propensione offensiva che, proprio per questo, sembra destinato a partire dalla panchina.
Dopo aver provato, tra i vari, 4-3-3, 4-3-1-2 e 4-2-3-1, si può affermare con relativa sicurezza che quest'ultimo modulo, quello speculare all'assetto tattico rossoverde, sarà il nuovo scheletro del Perugia, sul quale approntare eventuali variazioni. Il tanto invocato cambiamento. Un po' più di chiarezza, dunque, per quanto riguarda la linea mediana, con i confermatissimi Della Rocca e Rizzo sicuri del loro posto.
Sopra alla cintola, tutto è possibile. L'unico certo del proprio posto è Ardemagni, mentre la trequarti è interamente da disegnare e tutti gli scenari sono aperti. Al 99% una maglia, quella dietro alla prima punta, sarà di Parigini, che quindi potrebbe tendere ad escludere dai giochi Lanzafame, provato anche lui (spesso in questa settimana) in posizione centrale. Ai lati, ancora una volta, tutto è possibile: dall'impiego dello stesso Lanzafame a quello di Zapata, dall'inserimento di Fabinho a quello di Spinazzola.
La sensazione, perchè solo di quello si può parlare, è che alla fine, nonostante sia rientrato solo in settimana da un lungo stop, Fabinho possa esserci, sulla sinistra della trequarti: per dare imprevedibilità alla manovra biancorossa. La candidatura di Spinazzola, invece, è molto forte: naturale ala destra, adattato con successo in carriera a mezzala e impiegato spesso a centrocampo da Bisoli, il folignate può essere la chiave tattica decisiva per il Perugia, che può trasformarsi da un 4-2-3-1 in fase offensiva a un 4-3-2-1 in fase difensiva, a seconda delle necessità. Un esperimento provato dall'allenatore ex Cesena, che sembra di probabile attuazione.
Tre/quattro undicisimi del Grifo che vedremo a Terni, dunque, sono ancora da costruire, prima ancora che da decifrare. Soprattutto in avanti, dove, nonostante le indicazioni relativamente chiare, tutto può essere stravolto. Le porte chiuse non dovrebbero portare ulteriori sorprese: Bisoli ha lavorato sul necessario cambiamento offensivo, lasciando giustamente intatto ciò che, di questo Perugia, ha funzionato nelle prime otto giornate. Sorprese? Sono sempre possibili, soprattutto prima di un derby. E alla fine sarà il campo a dire chi avrà avuto ragione e chi no.
Ecco il probabile undici del Perugia:
PERUGIA (4-2-3-1): Rosati; Del Prete, Volta, Belmonte, Rossi; Della Rocca, Rizzo; Spinazzola, Parigini, Fabinho; Ardemagni.
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