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Popescu: “Volevo andar via, così Tesser mi convinse. Potevo sfidare Ibra! Dianda, che grande. E lo scherzo di Ravanelli…”

L'ospite del lunedì sera alla trasmissione "Rotocalcio" è stavolta Stefan Popescu, che non si è sottratto a nessuna delle domande che gli sono state poste, anzi si è dimostrato sempre pronto alla risposta e mai restio a fare qualche battuta per non prendersi troppo sul serio. Infatti è iniziata subito ridendo la sua partecipazione al programma di Massimo Laureti. Gli viene detto che è diventato il personaggio del momento, perché in campo da' tutto quello che ha, e Popescu prontamente risponde: "Non sono solo io a mettere tutto in campo, lo facciamo tutti".

Poi, ridendo di gusto, aggiunge: "Ci metto tanta aggressività, anche perché se non ci metto quella, che altro ci metto?". Il difensore entra anche nel merito dell'ultima partita, persa con il Lanciano: "Secondo me erano in fuorigioco tutti sul gol, no? In ogni caso, nel primo tempo loro ci hanno sempre aspettato e noi siamo stati più lenti del solito, anche se non ci hanno mai messo davvero in difficoltà. Il nostro errore è stato essere troppo lunghi e troppo bassi all'inizio, invece il secondo tempo abbiamo fatto meglio. Loro in tutta la partita hanno fatto solo un paio di tiri in porta, e poi il gol. E' stata una partita diversa dalle altre, con pochi contrasti e pochi contatti, infatti il mister oggi in allenamento ha cercato di capire da noi cosa fosse successo a livello di atteggiamento, non a livello di prestazione, quella nel secondo tempo c'è stata".

Sul gol mancato di Avenatti: "Io avrei tirato forte, una bella botta, ma non ho le stesse qualità tecniche che ha Felipe! Per lui quel gol era troppo facile da fare, e infatti non lo ha fatto – sorride -. Fosse stato più difficile allora avrebbe segnato". Scherzi a parte, Popescu ha speso parole di stima per l'attaccante uruguaiano: "In allenamento Felipe è difficilissimo da marcare, come lo sono Gavazzi e Falletti. Cesar dribbla tutti quanti, parte dall'area di rigore e salta tutti. Anche in allenamento, ha fatto pure un gran bel gol all'incrocio".

Stefan parla anche della sua passata esperienza all'Ajaccio, sotto la guida di mister Ravanelli: "Non è andata molto bene, a nessuno dei due. Per me è stato un momento tragico: sono arrivato lì a 19 anni, mi hanno mandato in prestito al Marsiglia, dove mi hanno fatto giocare con la seconda squadra. Ci sono stato otto mesi, poi dopo un mese e mezzo di vacanza e una pubalgia che non ho avuto voglia di curare nel mentre, sono tornato all'Ajaccio di Ravanelli, che era il nuovo allenatore. Quando sono arrivato in ritiro, il primo giorno, il mister mi ha visto con sei chili di troppo e ha saputo che avevo ancora la pubalgia, e mi ha detto subito che per lui non ero un giocatore e che non avrei mai potuto giocare, è stata davvero una doccia gelata per me, mi ha distrutto. Per tutto il primo mese, ho fatto soltanto piscina, non mi sono mai allenato con i compagni, e mi hanno fatto mangiare soltanto insalata e qualche volta la carne".

Popescu racconta uno scherzo di Ravanelli: "Un giorno, quando ho chiesto all'allenatore il programma dei miei allenamenti, mi ha risposto che il giorno dopo mi sarei allenato tre volte, la prima alle 5:30 di mattina e non mi è sembrato strano, perché lui tutte le mattine a quell'ora si faceva 80 chilometri in bici. Allora io sono andato subito a dormire, ho rimesso la sveglia alle 4:45 e quando ha suonato sono sceso nella hall, ma non c'era nessuno. Il portiere mi ha detto che prima delle 8:00 non si sarebbe allenato nessuno, così ho chiamato la camera del preparatore per chiedere informazioni, e ho scoperto che il mister mi aveva fatto uno scherzo. Da quel giorno però, vista la voglia che avevo di allenarmi e far bene, mi ha preso sempre più in considerazione, e ha iniziato a vedermi come un giocatore a tutti gli effetti".

Anche raccontando questo suo momento non molto felice e facile, però, Popescu non perde mai il sorriso e la voglia di scherzare. Il suo più grande rammarico, in quella esperienza all'Ajaccio, è stato non poter giocare contro il PSG: "Il mister mi voleva convocare ma non è arrivato in tempo il transfert. Mi sono arrabbiato tantissimo, perché quando ti ricapita di giocare contro campioni come Ibra? Certo, poi ho giocato altre partite, ma quella mi sarebbe piaciuto tanto poterla giocare".

Molto simile, per certi versi, è stato l'esordio del difensore a Terni: "Ad un certo punto volevo andar via, ma non perché io non mi trovi bene in città, anzi, è un ambiente tranquillo con persone tranquille e piacevoli, solo che come tutti i giocatori volevo tanto giocare, volevo essere utilizzato in campo. E' stato solo dopo aver parlato con Tesser che ho deciso di rimanere, perché il mister mi ha detto che sarebbe arrivato anche il mio momento. E così è stato".

Quando gli è stato fatto notare che anche l'allenatore della Ternana, nell'episodio del piccolo infortunio in allenamento prima della partita col Frosinone, ha detto di lui che "le da' a tutti, e qualche volta le prende anche", Popescu ha risposto: "E' un bene per tutti, anche per i compagni e per lui stesso subire qualche contrasto duro anche in allenamento, ci si abitua a quello che succederà in partita. Anche Meccariello a volte mi dice che sono troppo aggressivo – ridendo ha continuato – solo che mi viene voglia di correre dietro all'avversario e di prendergli la palla, la voglio io, non devono averla loro".

Poi, sempre ridendo, ha anche aggiunto: "Questo non vuol dire che io voglia prendere il giallo per forza ogni sabato…". In questa serata, una menzione d'onore, non poteva però che averla Salif Dianda, dopo il suo nuovo esordio con la Primavera: "Con Salif siamo grandi amici, passiamo quasi tutti i pomeriggi insieme, giochiamo sempre a Fifa con la Play. So che c'era una squadra di Serie A che lo voleva, era tutto deciso… poi quel brutto infortunio ha interrotto tutto. Ma lui ha sempre detto che sarebbe tornato a giocare, ci ha sempre creduto e lo ha fatto davvero, grazie soprattutto alla tenacia e all'aiuto del professor Renosto. E' una cosa che mi rende molto felice, perché Salif è davvero un gran giocatore, infatti per festeggiarlo sabato sera siamo usciti tutti insieme, e lui era felicissimo e stava benissimo, nessun dolore, nessuna fatica".

Sulla concomitanza fra le due partite, quella della Primavera e quella della prima squadra, ha detto: "Io avevo capito che giocassero di domenica, infatti ero già d'accordo con Elisa (la fidanzata di Dianda ndr) di andarlo a vedere. Avevamo anche preparato delle magliette di bentornato per l'occasione e invece non si è potuto fare nulla, e abbiamo soltanto potuto dedicargli uno striscione".

Affrontando, infine, il discorso della classifica attuale della serie B, Popescu ha confermato quanto detto da tanti altri rossoverdi: "Tutte le squadre di B sono un'incognità, per questo sono tutte partite difficili e impegnative, proprio come ci dice sempre il mister. Non c'è mai niente di già scritto, non si sa chi potrà vincere, perché a gennaio è come se iniziasse un altro campionato, me lo hanno confermato anche i miei compagni con più esperienza in questa serie, come Viola e Gavazzi. E' un campionato molto difficile, in tutto il mondo lo dicono, infatti mi hanno detto di venire a Terni per fare esperienza e per imparare il calcio italiano". E a noi pare che stia imparando davvero molto bene.

Redazione TernanaNews

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