SKYSPORT.IT Polemica serie B: per le “ripescabili” si potrebbe aprire uno spiraglio
La questione della riduzione delle squadre in serie B non si esaurisce il giorno dopo. Come era facilmente preventivabile le squadre che stavano lottando (in tribunale sportivo) per i tre posti vacanti hanno mantenuto le promesse e hanno presentato subito ricorso. Un ricorso che è già stato respinto dal Collegio di Garanzia del Coni che ha fissato l’udienza del 7 settembre 2018, giorno in cui verrà discusso nel merito anche il ricorso relativo ai criteri di ripescabilità.
Ma nelle motivazioni che hanno spinto il presidente Frattini ha respingere il ricorso c’è un varco nel quale le società che di fatto sono state escluse dal campionato cercheranno di far breccia. Si legge nel comunicato ufficiale che "alcuni argomenti di censura delle ricorrenti, avverso le impugnate delibere della Lega, introducono seri e apprezzabili argomenti da valutare in modo approfondito e in contraddittorio nella sede di merito, con particolare riguardo ai principi su cui già il Collegio di Garanzia si è pronunciato, in circostanze analoghe, con provvedimento n. 24 dell'11 agosto 2014 " e che "restano fermi, all'esito del giudizio di merito e della decisione che sarà pronunziata, gli adempimenti, con le connesse responsabilità, eventualmente derivanti da una decisione di annullamento della riduzione di organico, con connesso obbligo di immediata integrazione ad opera degli organi ed autorità sportive competenti".
Quindi la decisione del Collegio di Garanzia del Coni sarà tutt'altro che scontata. Perché fa riferimento a un provvedimento del 2014 (quando impose il numero di 22 come partecipanti al campionato di serie B) e perché allude ad un obbligo di immediata integrazione. Ecco perché le ricorrenti ora si fanno ancora più battagliere.
Ormai tutto si è spostato in sede giuridico/legale. Ed è ancora in piedi un ragionamento successivo che dovrà essere fatto sul meccanismo delle retrocessioni (e promozioni) e sul numero delle partecipanti alla prossima stagione. Se dovesse rimanere a 22 (come da format) come sarà integrato l’organico nella prossima stagione? Con delle retrocessioni in meno o con delle ripescate in più (sempre che non ci siano reintegri "coatti" in questa stagione, con relative richieste di risarcimento).
Le reazioni dei club
Tutto questo ha portato a delle reazioni, quasi tutte molto "colorite" perché dettate da un senso di ingiustizia che pervade chi è stato penalizzato da questa situazione. Le uniche che non hanno parlato sono Siena e Novara, tutti gli altri annunciano battaglia fino alla fine. A partire dal patron della Ternana, Stefano Bandecchi, uno degli ultimi arrivati nel mono del calcio che definisce "ignobile l'atto compiuto da Lega e Figc". E prosegue nelle sue amare considerazioni: "Posso dire che tutte queste dichiarazioni che stanno arrivando nell'ultima ora sono chiaramente dichiarazioni di chi ha visto la coda prendergli fuoco e tenta affannosamente di spegnerla sputandoci sopra. Come quando da bambino rubavo la marmellata e poi con la bocca sporca negavo tutto giurando su tutti i Santi esistenti".
Sulla stessa lunghezza Massimo Secondo, presidente della Pro Vercelli che punta il dito: "Abbiamo preso atto dei comunicati del presidente Lotito e adesso procederemo alle impugnative nelle sedi opportune: che non ci siano persone preposte ma si proceda comunque a cambiare regolamenti che danno noia a chi muove i fili delle marionette è più da Repubblica delle banane che da paese civile. Mi auguro solo che adesso non esca un comunicato dove viene posto il sequestro di assegni e fidejussioni versati da chi aveva proceduto al ripescaggio (ride amaro, ndr)".
Gli fa eco anche Pietro Lo Monaco, amministratore delegato del Catania: "Si possono solo fare considerazioni amare, che vanno ben oltre la questione ripescaggi e Serie B a 19. Quello che è successo ieri evidenzia lo stato del nostro calcio, che è in mano a pochi: e cosa succede? Che la A non ha un suo governo, la B è in mano a un uomo di chi comanda, la FIGC è commissariata e il pupazzo fa cosa vuole, il calcio è in mano a uno che lo sta sfasciando". E conclude il suo ragionamento dicendo: "Chi deve rispettare le regole è il primo a infrangerle. Qui non servono cause, ma insurrezione. E Malagò e Fabbricini dovrebbero fare adesso un passo indietro".
In ultimo Antonio Gozzi, presidente dell’Entella, meno colorito ma altrettanto efficace: "Adesso è difficile parlare di calcio, la testa è da un’altra parte visto il crollo del ponte a Genova – ha premesso –. C’è un caos generale, figlio di una forzatura fatta a diversi livelli. Lo stesso Balata, il presidente di B, ha detto di non sapere cosa potrebbe succedere". Ecco perché la parola fine non è ancora stata messa.