Via Evangelisti, ma non è il capro espiatorio
Via anche Evangelisti, una delle figure più importanti nella costruzione della Ternana. Non certo così si risolveranno i problemi rossoverdi, d’incanto, a tre giornate dalla fine.
Anche perché da quando è arrivato De Canio, Evangelisti è rimasto sempre più a lato. Senza fare polemica con nessuno ma il rapporto con il nuovo allenatore non è mai nato, mai sbocciato. Da una parte perché De Canio ha un filo diretto con proprietà e presidenza. Dall’altro, probabilmente, questione di “pelle”. Nessuno poteva pensare però, fino al comunicato, che si arrivasse a questa uscita di scena anticipata, ma evidentemente qualcosa deve essersi rotto ulteriormente, non tanto fra De Canio ed Evangelisti, quando fra l’ex ds rossoverde e la proprietà, l’unica che può decidere in questo genere di situazioni.
Non bisogna pensare che però l’ex ds rossoverde abbia tutte le colpe di una stagione disastrata. Anzi, forse in un contesto di errori macroscopici e scelte poco comprensibili, Evangelisti è quello che ha cercato di fare il massimo con quello che aveva a disposizione. La prima difficoltà è stata quella di non dover abbandonare i giocatori del Fondi al loro destino (quindi fare una doppia campagna acquisti/cessioni), la seconda quella di prendere giocatori da B senza eccedere (come la maggior parte delle società di B), la terza quella di consegnarle a un allenatore sui generis come Pochesci.
Ha fatto (e ha dovuto fare) delle scommesse Evangelisti. Alcune le ha perse, altre le ha vinte. Montalto su tutti (che con 20 gol all’attivo è sicuramente uno degli uomini mercato della Ternana), Tremolada (che la Ternana può acquistare per 300mila euro), Carretta visionato da diversi club di A (anche se magari ora non è pronto). Lo stesso Gasparetto, rivitalizzato da De Canio o Favalli, in un momento dove i terzini sinistri non esistono… Ha pescato soprattutto in C, la categoria che forse conosce meglio ma anche quella che permette di contenere i costi. Nel mercato di gennaio ha potuto rimettere mano alla squadra con l’incognita allenatore: alcune scelte non si sono rivelate felici. Ma non certo disastrose. Ha dovuto rischiare, non sempre ci ha preso.
La Ternana ha pagato l’inesperienza a tutti i livelli. E se c’è una colpa più evidente delle altre, di Evangelisti, è stata quella di costruire una squadra con la minor esperienza in B. Ma la pecca più grande è stata probabilmente la presunzione di credere che una squadra inesperta (ma con potenzialità?) potesse recitare un ruolo da protagonista insieme ad un allenatore altrettanto inesperto, forse anche di più.