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Alla ricerca dell’equilibrio, fuori e dentro il campo

Per i tecnici è un pallino in campo, specie quello fra i reparti. Per i tifosi rossoverdi è il tormentone stagionale con una squadra dai due volti, tanto autoritaria e matura in trasferta quanto spaurita e senza idee in casa. Per i commentatori è un cruccio, ma prima ancora un'esigenza. Parliamo dell'equilibrio, quella dote che sembra mancare alla squadra a due volti di Tesser e che, dopo l'ultimo doloroso e inatteso rovescio casalingo contro il Latina, anche buona parte dell'ambiente sembra aver smarrito.  Non è facile spiegare come possa la stessa squadra, a distanza di sette giorni, far paura al Bologna in trasferta uscendo dal campo persino con rammarico e poi rianimare un Latina che fuori casa non vinceva dal maggio scorso e che lontano dal Francioni era stato in grado di segnare soltanto sei gol. Non è facile neanche per Tesser che, nel dopo gara, ha ammesso che forse alla base di certi alti e bassi non c'è neanche un motivo specifico. "Abbiamo queste caratteristiche – ha spiegato il tecnico – Ogni partita prende una piega, e in base a quella piega va la gara".

La Ternana, non ci stanchiamo di ripeterlo da inizio stagione, è una squadra giovanissima, con poca esperienza e senza veri leader in campo. E' un gruppo che vive di entusiasmi, che sa dare il meglio nei momenti più difficili (ricordate Bari?) e che fa risultato usando più il cuore che la classe, più la clava che il fioretto. Questo, va detto, anche per un bagaglio tecnico certo non di primissimo livello in una B in cui, spesso, le individualità e i giocatori di caratura superiore sanno fare la differenza anche da soli. Questa Ternana, invece, è un collettivo unito che spesso si è esaltato come gruppo ma che in molte occasioni si è aggrappato alla qualità di Felipe Avenatti per risolvere partite giocate senza guizzi. E in quelle giornate, se si spegne anche la luce dell'attaccante uruguaiano è notte fonda. Era già successo nei mesi scorsi, è capitato di nuovo contro il Latina. Purtroppo non è una notizia, per quanto la sconfitta contro una diretta rivale bruci nel risultato e nei modi in cui è capitata.

Quello che invece è una notizia è che in molti non si sono ancora resi conto di quanto fisiologica sia questa assenza di equilibrio nelle prestazioni della squadra rossoverde e quanto questa "schizofrenia" sia perfettamente in linea con i presupposti con cui questo gruppo è stato assemblato e con gli obbiettivi che, realisticamente, sono alla portata della Ternana di Tesser. Non può essere un caso, del resto, se i tonfi più recenti sono capitati proprio in quelle giornate in cui i tre punti avrebbero permesso ai rossoverdi di prendersi un posto stabile nella lotta per i play off. Una aspirazione a cui, probabilmente, i giocatori per primi sembrano non credere e di fronte alla quale perdono lucidità e fame agonistica. Forse non senza qualche ragione. Questa squadra, è un fatto, non può ambire a giocarsi un posto per la promozione e essere lì a due punti dai play off, nonostante tutto, è già un risultato ben aldilà delle aspettative che ciascuno di noi aveva riposto in questo gruppo in estate.

E' proprio in questi momenti, quando l'aria di alta classifica fa fare strani sogni, che è più necessario tenere i piedi ben saldi per terra e ricordarsi che la salvezza, e nulla altro, è l'unico vero obbiettivo che questa squadra può rincorrere. Una salvezza che, stando a quanto abbiamo visto in queste 27 giornate, è ampiamente alla portata degli uomini di Tesser in un cammino fatto di ottime prestazioni ma anche di pesanti cadute. E così dall'inizio del campionato e lo sarà fino alla fine, come tutti i tifosi hanno imparato nelle tante stagioni trascorse ad inseguire una salvezza, a sudarsela fino in fondo e a conquistarsela assieme a squadre operaie con più polmoni e muscoli che classe. Basta ricordarsene, allora, per ritrovare quell'equilibrio che soprattutto in questi momenti è indispensabile per non esaltarsi e distrarsi dal vero obbiettivo quando la classifica fa l'occhiolino e non abbattersi dopo sconfitte come quella di sabato scorso. Perche se dopo le vittorie o le prestazioni convincenti sarebbe sbagliato fare di questi giocatori i fenomeni che non sono (o che magari non sono ancora) e attendersi da loro quella continuità di rendimento, altrettanto sbagliato è esagerare con i toni quando escono dal campo sconfitti. Il caso di Felipe Avenatti da questo punto di cista è emblematico: l'attaccante fin qua è stato il vero valore aggiunto della Ternana, ma non possiamo non ricordarci che l'uruguaiano ha solo 22 anni ed è alla sua prima vera stagione da titolare in Italia. Che sbagli alcune partite ci sta e non potrebbe essere altrimenti, non ci stanno invece certe critiche che più che spronarlo nei momenti difficili rischiano di deprimerlo più di quanto non faccia da solo in campo quando sbaglia un gol. Perché una cosa abbiamo imparato da questo gruppo, e l'abbiamo visto anche sabato nello 0-2 contro il Latina: a questi ragazzi non manca l'impegno e il cuore, potrà fare difetto l'equilibrio ma non certo la grinta. E per salvarsi sono questi gli ingredienti che servono. L'equilibrio allora ce lo mettano i tifosi e l'ambiente. Almeno fino alla soglia dei 50 punti.

Massimo Solani

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