Queste sono quelle partite che non te ne frega niente degli episodi, l'importante è che le vinci. Non ti frega se sei in dieci contro undici perché il tuo terzino sinistro è "accomodato" e ci sta che sbagli. Non ti frega se concedi soltanto un tiro a un avversario che ha messo solo cross in area di rigore e nenache troppo pericolosi. E quindi non ti frega niente se l'unico che concedi (ha sbagliato Zampa?) è un tiro precisissimo. Non ti frega niente se fino a quel momento avevi tenuto bene il campo, che avevi avuto le migliori palle gol della partita (2 Ceravolo e 1 Gonzalez) più un altro paio di situazioni con Busellato che tira malissimo o sempre il solito Ceravolo che ha provato a mettere in difficoltà con un pressing esagerato. Non ti frega niente se in 11 contro 11 magari non l'avresti persa.
Quello che ti importa è che ora le sconfitte consecutive sono 3, che hai perso nuovamente il derby. Non succedeva dal 2004/05 l'anno in cui il Perugia è sceso ed aveva una rosa sicuramente più forte rispetto ai rossoverdi. Serviva vincere. Serviva per la classifica, serviva per l'umore. Serviva perché a Ternana non meritava né le tre sconfitte consecutive, né di perdere il derby. Ma i fatti sono questi. E bisogna fare delle riflessioni. Riflessioni a tutto tondo.
Ognuno di noi si è fatto un'idea su quello che è andato male. È chiaro che il campo parla, ma il campo parla ed è (spesso) lo specchio di quello che succede in settimana. La prima evidenza è che i problemi in difesa ci sono e non solo comportano delle difficoltà nello stilare una formazione solida ed equilibrata, ma hanno minato le ctezze dei giocatori. Attenzione: dei giocatori non dell'allenatore. Breda sta lavorando per trovare una soluzione, e il fatto che ci sia stato l'infrasettimanale non ha certo aiutato. Ma aver parlato tanto delle assenze e della situazione Masi di sicuro non ha portato serenità. E questo si vede in campo. Dovrà lavorare anche su questo l'allenatore. Gli errori di Valjent sono "normali", ma comportano delle mancanze importanti nei 90 minuti.
Ecco perché la società, anche, dovrebbe riflettere su queste scelte. Capire se anche le decisioni assunte e alcuni atteggiamenti non abbiano influito (come riteniamo noi) sulla serenità del gruppo. A partire dall'allontanamento di Acri che – senza nulla togliere a Siviglia che ha un ruolo diverso – era un punto di riferimento 24 ore su 24 per tutti: dall'allenatore ai giocatori e poteva servire anche come punto di ulteriore confronto.
Per proseguire con la vicenda Masi o con l'assenza del presidente Longarini che dopo aver detto che non sarebbe più venuto a Terni se la squadra non fosse rientrata nei playoff. Sembra paradossale, ma secondo la nostra esperienza anche la società può fare punti in campo: non soltanto le scelte dell'allenatore o le giocate dei ragazzi in campo. Creare il giusto ambiente, la giusta serenità, magari la giusta tensione senza trasformarla in ansia, appianare divergenze. In una stagione serve tutto.
Ora saranno dei momenti ancora più difficili. Le tre sconfitte consecutive pesano, pesa il derby come un macigno. Non siamo in grado di decrittare i segnali (che non arrivano in realtà) della società: ritiro? Breda a rischio? O altre variazioni a livello dirigenziale?
La piazza si allontanerà ancora di più dopo questa sconfitta. Sarà necessario fare anche una riflessione su questo. Importante sicuramente parlare con la parte di tifoseria più calda. Ma altrettanto importante parlare al resto della città.
È un momento delicato, delicatissimo. Si rischia di rompere tutto. Tutto quello che di buono era stato fatto finora. Il calcio vive di equilibri fragili e non sempre le scosse servono. Addirittura (sembra quasi folle dirlo) potrebbe innescarsi una spirale negativa che la Ternana non meriterebbe. Quindi sì alla rabbia e alla frustrazione per il derby perso. Ma non bisogna perdere la ragionevolezza. Altrimenti sono guai.
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