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Ancora una sconfitta, crisi senza fine. è davvero questo il massimo?

Ora c’è la certificazione. La cura Mariani non funziona. E purtroppo lo abbiamo certificato con tre scontri diretti che potevano cambiare la stagione della Ternana. L’hanno cambiata, in negativo. Ora la montagna è altissima da scalare. Quella della classifica perché la squadra è sempre più ultima e sempre più staccata non solo dalla salvezza ma dalla zona playout. Ora diventa veramente difficile anche soltanto crederci alla salvezza. Certo, direte voi, se ci crede ancora il Benevento perché non la Ternana? Ma senza rifugiarsi nel solito refrain che mancano tot punti alla fine del campionato e finché la matematica non ci condanna combatteremo fino alla fine cosa bisogna fare?

L’approccio alla partita della squadra non è stato neanche sbagliato e il primo tempo, nonostante il gol subito è stato anche discreto, con buon carattere. Ma purtroppo è arrivato sempre il solito gol subito. Immancabile: una sentenza. E Mariani, che non è riuscito dalla panchina a cambiare la partita e l’inerzia della gara, non è riuscito neanche a fermare l’emorragia dei gol presi dalla squadra.

Non vogliamo neanche entrare nella polemica, sterile, che infiamma in città: Mariani meglio di Pochesci, Pochesci meglio di Mariani. E’ colpa di Mariani, è colpa di Pochesci. Analizziamo i dati (al di là del fatto che naturalmente Mariani ha allenato la squadra per 25 giorni): questa squadra non ha smesso di essere distratta dietro e (come era successo anche a Pochesci nella fase finale della sua gestione) non riesce più a ribaltare le situazioni.

Con un’aggravante: mancano sempre meno partite e bisognava avere una svolta. Ora, purtroppo, non bisogna guardare in faccia a nessuno. Bisogna tentare il tutto per tutto. E ci dispiace profondamente dirlo (e ci dispiace per la situazione drammatica della classifica della Ternana) ma Mariani non basta. Non c’è stata la reazione psicologica al cambio di allenatore (che generalmente accade dopo un esonero), non c’è stata un’inversione di tendenza rispetto agli atteggiamenti in campo. Queste partite perse pesano come macigni, perché sono scontri diretti che valgono doppio. Il Brescia è volato a 30 punti, l’Entella e il Cesena sono a 28. Provate a leggere la classifica anche soltanto con tre pari invece che con tre sconfitte. Brescia 28, Entella e Cesena 26. Ternana 25. Ecco perché fanno ancora più male. Tre pareggi, non tre vittorie. Senza parlare di Avellino e Salernitana e quindi senza risalire ancora più indietro.

Stavolta, purtroppo, non si può neanche dire che la sconfitta è immeritata. Il Brescia ha segnato, la Ternana no. Ora Bandecchi ha una grande responsabilità. Ha difeso Mariani, ha difeso le scelte fatte in quest’ultimo mese e ci ha messo la faccia. E’ stato un grandissimo gesto di responsabilità. Ha dimostrato carattere e di avere le idee chiare. Sicuramente ora è in fase di riflessione: continuare a credere nelle proprie idee non è per forza un errore, ma non è sempre una virtù.

Se davvero si vuole credere che la speranza sia ancora viva bisogna analizzare bene e in fretta il momento. Rimettersi in discussione, per poi scegliere di nuovo. Non per cambiare di nuovo per forza. Ma chiedersi se davvero questo è il massimo. Ma se questo è davvero il massimo, allora bisogna anche cominciare a preoccuparsi seriamente.

Redazione TernanaNews

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