Aurelio Andreazzoli, quando è arrivato a Terni, sembrava potesse davvero dare alla squadra quello status che gli mancava. La Ternana era reduce da un momento negativo, non vinceva da 5 partite, faceva fatica a segnare. E a pagarne le conseguenze fu Lucarelli (che ora potrebbe tornare sulla panchina delle Fere) in virtù di un sogno da inseguire con altre strade da quelle finora battute dall’allenatore livornese.
Era arrivato a Terni nonostante la concorrenza del Genoa. Era arrivato a Terni con un grande entusiasmo (nonostante l’affetto che la piazza ha sempre tributato a Lucarelli) e con grandi aspettative. La sua rivoluzione però non si è consumata e certamente non per sua esclusiva responsabilità, questo appare evidente a tutti.
L’innesto con la squadra non ha funzionato fino in fondo. I suoi concetti si sono visti, ma non con continuità. La squadra non è riuscita a reagire all’involuzione che era già iniziata. E nonostante il lavoro sul campo, nonostante qualche buona prestazione, a causa anche di tanti episodi negativi non ha mai preso il volo.
Rimane un grande rammarico perché l’esonero di Lucarelli aveva portato a Terni un grande allenatore, di grandissima esperienza, con una filosofia molto chiara e una grande capacità didattica ai giocatori. Sembrava davvero la persona giusta con cui ripartire. Anzi con cui costruire.
Non è stato possibile e dopo 12 partite Andreazzoli ha detto basta. Lo ha fatto nell’unico modo possibile per uno della sua levatura: con le dimissioni. Le dimissioni sono un gesto rarissimo nel calcio. Niente affatto scontato, per nulla banale. Dimissioni significa assumersi le proprie responsabilità, anche oltre dire. Dimissioni significa rinunciare ai soldi, quando ai soldi non rinuncia più nessuno perché il fallimento, naturalmente, è sempre colpa di qualcun altro.
A Terni di certo non siamo abituati alle dimissioni. Alle dimissioni non ci è arrivato neanche Calori che in una manciata di giornate alla guida della Ternana aveva racimolato soltanto un pareggio. Non ci era arrivato Pochesci che si era dimostrato inadeguato per la categoria. Andando indietro nel tempo non ci era arrivato neanche Gautieri (anche lui molto sfortunato, con un percorso simile a quello di Calori). Ma più in generale le dimissioni non arrivano. E invece stavolta sono arrivate. E soltanto per questo Andreazzoli merita il massimo del rispetto.
Ha dimostrato di essere una persona rara. Si è accorto di non poter incidere come avrebbe voluto, nonostante ci abbia provato, lavorando 12 ore al giorno per tutti i tre mesi in cui è stato sulla panchina della Ternana.
La Ternana non è riuscita ad approfittare di una ottima possibilità. E questo è un’altra fonte di dispiacere. Perché con uno della sua esperienza si sarebbe potuto puntare anche più in alto.
In bocca al lupo, Aurelio. Uno dei pochi signori di questo calcio
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