Arbitri, la misura è colma. Urge alzare la voce

Arbitri, la misura è colma. Urge alzare la voce

Terza vittoria nelle ultime quattro uscite per la Ternana che ha recuperato il secondo posto in classifica guadagnando punti su Monopoli e Bari. Risposta importante da parte dei rossoverdi che contro la Viterbese hanno giocato un primo tempo strepitoso. Peccato non abbiano sfruttato al meglio le tante occasioni da rete create tanto che per chiuderlo in vantaggio c’è voluta un’invenzione balistica di Ferrante. Ma sulla “stitichezza” realizzativa delle Fere abbiamo già dissertato. Comunque, nonostante una ripresa troppo marcata dall’improvviso “braccino corto” vittoria strameritata, checché ne dica il tecnico della Viterbese che a fine gara ha proposto una lettura quantomeno singolare del match. D’accordo che ognuno deve tirare acqua al proprio mulino. Però c’è un limite a tutto, soprattutto nel calcio dove le immagini testimoniano quant’è successo.

A proposito di immagini, nonostante quelle confezionate da Eleven sport non abbiano colpevolmente contemplato alcune delle scelleratezze proposte in campo dal direttore di gara ci sembra opportuno tornare sull’argomento.

Chi ci segue da tanti anni sa benissimo che non siamo avvezzi a bastonare gli arbitri assumendo a giustificazione di eventuali insuccessi della squadra i loro errori. Stavolta (meno male) gli errori di D’Ascanio, fischietto anconetano anche piuttosto quotato, non hanno negato il successo alla Ternana. Però non si può sorvolare su tre rigori negati, apparsi tali a tutti, anche a ospiti neutrali. E non si può tacere sul suo permissivismo del primo tempo nei confronti della Viterbese che ha attuato un gioco particolarmente violento, specie nei confronti di Furlan, bastonato a dovere sin dai primissimi minuti. Quindi negativa la gestione complessiva della partita da parte del direttore per giunta mal sostenuto dai due collaboratori di linea.

E siccome non è la prima volta che succede è lecito pensare che sia giunto il momento in cui il presidente Bandecchi faccia sentire la propria voce per chiedere equità di giudizio e un minimo di tutela “fisica” per una squadra che propone calcio divertente, che gioca prevalentemente nella metà campo avversaria come testimoniano i tanti calci d’angolo ottenuti in ogni partita a conferma di una frequentazione costante dell’area di rigore avversaria che lascia presupporre una maggiore possibilità d’incappare in azioni fallose degli avversari. Però tutto questo fin qui ha portato ad un numero esiguo di rigori a differenza di quanto succede in altre aree dello stesso girone.

La Ternana quindi ha il diritto/dovere di far sentire la propria voce per tutelare i propri interessi, i propri tifosi che stanno dimostrando passione e compostezza come raramente se ne riscontra altrove. La Ternana ha il diritto di battere qualche pugno sul tavolo (metafora ovviamente) in un campionato dove le partite si possono vincere a tavolino, dove se un guardalinee si infortuna l’arbitro deve fare a meno anche del secondo, dove una designazione può cambiare tre volte in pochi giorni.

Mentre in B annunciano la Var in serie C non c’è nemmeno il quarto uomo che potrebbe, in caso di necessità, sostituire un guardalinee o il direttore di gara infortunato garantendo la regolarità del match. Eppure la serie C ospita squadra dal blasone illustre, espressioni di grandi città. Ma nonostante questo sembra essere ancora figlia di un “Dio minore”.

Per tutte queste ragioni sarebbe giusto sentire forte e decisa la voce del presidente, piuttosto che ascoltarla ringhiare da qualche emittente perugina nei confronti dei propri tesserati, tecnico in testa. Salvo poi regalare un siparietto pregara fatto di sorrisi e chiacchierate affabili.

Caro presidente, il nemico non ce l’ha in casa perché questa squadra sta dando il massimo e s’impegna per fare ancora meglio. Le sarà facile riflettere e scovarlo altrove trovando le giuste mosse per neutralizzarlo.

Anche perché la Ternana ha bisogno di compattezza e le accuse mosse dopo un pareggio esterno ottenuto sul campo di una delle squadre più forti del torneo sono parse eccessive. Una chiacchierata tra le mura dello spogliatoio alla ripresa degli allenamenti forse sarebbe stata la mossa opportuna. Perché, come il tecnico annuncia la formazione prima alla squadra poi ai giornalisti, pure le discussioni interne dovrebbero avere identico percorso. Anche per muovere una sana competizione tra gli operatori dell’informazione alla ricerca della notizia.

Detto questo un’ultima annotazione. Mercoledì torna la Coppa Italia con una trasferta poco agevole ad Avellino che anticipa quella di campionato a Catanzaro. Gallo si ritrova con gli uomini contati in attacco e in mezzo al campo. Un problema in più in una fase delicata della stagione. L’occasione giusta per sostenere tecnico e squadra che, nel rispetto del “Bandecchi pensiero” vorrebbero fare il pieno. Perché, anche se a qualcuno potrà sembrare strano, a questa squadra, vincere piace davvero tanto. Come stanno dimostrando dall’inizio della stagione.