Il bicchiere mezzo pieno è lì, basta guardarlo attentamente. Non tanto per la classifica (che probabilmente nessuno avrebbe comunque pronosticato al via del campionato) quanto perché, dopo un estate di amarezze sul fronte del calciomercato culminate con la cessione del bomber Antenucci e con gli ultimi acquisti sbandierati e poi clamorosamente sfuggiti alla chiusura della sessione, la Ternana chiude questo primo duro ciclo di sei partite col sorriso sulle labbra e con la consapevolezza di essere una squadra in crescita. Che l’avvio sarebbe stato duro lo si sapeva: vuoi per le quattro trasferte in appena un mese, vuoi perché molti giocatori sono arrivati a ritiro concluso e con una preparazione tutta da inventare in settimana, eppure il gol di Ceravolo nel recupero di Latina ha dimostrato che questa squadra sa soffrire e raccogliere i frutti di una manovra che al Francioni è apparsa più fluida e robusta.
Dopo l’estate di sofferenze e la contestazione il giorno della presentazione in Comune, appare allora quasi incredibile che questa squadra costruita in fretta e raccogliendo le briciole di un mercato condotto al risparmio e senza acuti viaggi ad un ruolino di marcia ben migliore di quella che lo scorso anno, con Mimmo Toscano in panchina, era stata assemblata non facendo mistero di puntare a qualcosa in più di una tranquilla salvezza. Innanzitutto la classifica oggi dice 9 punti contro i 5 di dodici mesi fa. Una sola sconfitta contro le tre dell’anno passato, due vittorie a fronte dell’unico acuto iniziale del passato campionato (contro il Carpi).
I numeri non dicono tutto, si sa, ma aiutano a capire una realtà inattesa che fa ben sperare. Partiamo dalla difesa, tallone d’Achille della Ternana dello scorso anno: l’organico è stato confermato in blocco fatta eccezione per le partenze di Farkas e Lauro a fronte dell’arrivo di Janse e Bastrini. La tenuta del reparto difensivo era l’incubo maggiore alla vigilia, e invece ad oggi quella rossoverde è la retroguardia meno battuta della cadetteria assieme a quella del Perugia con soli 3 gol subiti. E basta ricordare che la scorsa stagione, a questo punto, le reti al passivo erano state addirittura 7 (più di una a partita!) per capire che il progetto di Tesser, ancora in costruzione, poggia comunque su fondamenta solide che sin qua hanno scricchiolato soltanto su calcio di punizione (Pescara) e palle inattive (Bologna e Latina). Una solidità che ricorda quella della Ternana che con Toscano esordì in serie B dopo la promozione.
Le note meno positive, però, vengono dall’attacco. Partito Antenucci, che a Leeds ha portato il suo bottino di 19 gol della scorsa stagione, i tifosi hanno accolto con entusiasmo misto a incredulità l’esplosione di Felipe Avenatti diventato ormai imprescindibile per questa squadra. Per i gol certo (in un mese ha già raddoppiato i numeri della scorsa stagione, con quattro centri fra campionato e Coppa Italia) ma soprattutto per la centralità nel gioco rossoverde che ha saputi ritagliarsi minuto dopo minuto diventando il punto di riferimento offensivo di ogni manovra e dimostrando di saper sfruttare tanto i 196 centimetri di altezza in area che piedi educati come pochi altri che spesso lo spingono ad allontanarsi dalla porta per cercare il fraseggio di fino con i compagni. Una sorpresa che, assieme alla buona vena di Fabio Ceravolo (anche lui in appena un mese ha già migliorato lo score della scorsa stagione), sta colmando in buona parte il buco realizzativo lasciato da Antenucci, che a questo punto la scorsa stagione era già andato in rete quattro volte. I cinque gol segnati dalla Ternana in questo avvio, però, dicono che soltanto Modena, Crotone, Vicenza e Brescia hanno fatto peggio. Con Bojinov ancora lontano dalla forma migliore e il solo Viola andato a referto (a Crotone) oltre ad Avenatti e Ceravolo, è quella offensiva ad oggi la fase di gioco che più preoccupa Attilio Tesser. Certo si attende il rientro di Piredda, l’unico trequartista di ruolo che ha dimostrato la capacità dell’ultimo passaggio. Certo con il passare delle giornate Gavazzi ed Eramo troveranno la forma migliore e quegli inserimenti sui secondi palloni che sono un pallino del tecnico di Montebelluna. Certo Diop non può restare a lungo il punto interrogativo di questo suo primo mese in rossoverde e Vitale si spera ricominci a trovare tanto i movimenti sul fondo per i cross quanto la facilità di calcio che due stagioni fa gli portò in dote 10 centri.
Il bicchiere di questo inizio stagione è mezzo pieno, si diceva, ma per cercare una salvezza tranquilla o sperare in qualcosa di più non può bastare la solidità difensiva. Non se ne può fare a meno, certo, ma da sola non sarà mai sufficiente. Il sintomo è evidente a tutti, la cura la può trovare soltanto Tesser mettendo insieme il pranzo e la cena con quel poco che un mercato evidentemente lacunoso gli ha portato in dote.
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