A Terni le esternazioni presidenziali erano sparite. Era una sorta di patto non scritto fra Bandecchi e Lucarelli, visto che non sempre il pensiero del presidente poteva essere funzionale. E quindi finora tutte le uscite del patron rossoverde in qualche modo erano state decise insieme (perché poi nella comunicazione di un’azienda c’è bisogno di tutto), visto che comunque al presidente piace comunicare.
Oggi che le cose non vanno come Bandecchi aveva immaginato, il presidente vuole dirlo. E non lo fermerà nessuno. Intanto non lo fa solo per esternare il suo pensiero. E’ evidente – come spesso ha fatto in questi anni che si è avvicinato alla squadra – che ogni intervento di Bandecchi comporti una reazione. Bandecchi conosce bene le dinamiche di gruppo e immagina che stimolare nell’orgoglio allenatore e squadra serva a determinare una reazione. In un momento in cui si rischia di “accontentarsi”. I giochi – si sa – si fanno a febbraio/marzo, quindi ora. E capire se la Ternana dovrà definitivamente adagiarsi verso il basso o poter scrutare l’alto farà la differenza.
La differenza nei giudizi di Bandecchi. Che al di là delle dichiarazioni piuttosto chiare (che non sono di facciata) non ha mai esplicitato tutto il suo pensiero: la colpa è mia che ho sbagliato scelte (Leone, Lucarelli o squadra). Poi però nei commenti (o fra le linee dei suoi discorsi) si capisce che il principale bersaglio è Lucarelli. Forse perché ha le spalle grosse, perché ha personalità, perché sa che può reagire e che se reagisce lui poi gli va dietro anche la squadra.
Ma fondamentalmente quando parla di Ferrari e pilota, di promesse che non sono state rispettate, di voglia di vincere, di alcuni che si giustificano e che pensano alla salvezza a noi sembra che l’obiettivo sia proprio l’allenatore della Ternana. Che in questi mesi ha cercato di descrivere cosa stava accadendo e che ha allontanato sempre più quell’ambizione (seppur silenziosa) per abbracciare sempre più una praticità determinata anche dalla classifica.
Per uno come Bandecchi che punta sempre alla vittoria (anche se poi perdere) è necessario comunicare il contrario. Comunicare di crederci sempre, fino alla fine. Per giustificare l’investimento (non solo in termini economici, anche se tornano sempre nei discorsi presidenziali) e la propria ambizione, appunto.
Bandecchi ha già detto che se non riesce a vincere quest’anno ci proverà il prossimo. Ed eventualmente quello dopo ancora. Ha in testa un’obiettivo molto chiaro e vorrebbe che non solo tutti lo avessero (perché immaginiamo che tutti all’interno della Ternana puntino a vincere e ad andare in Serie A), ma che tutti la pensassero esattamente come lui.
E’ qui il punto. Ed è qui che insiste Bandecchi. Per scatenare una reazione. O per giungere a una conclusione. Che sia un mind games o uno Squid Games in salsa rossoverde, lo scopriremo solo a fine anno (forse)
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